VON MACHT

IL TRONO D'ONICE

” Il Potere: tutti su questa terra subiscono il suo fascino, vuoi perché sono capaci di imporre il proprio, vuoi perché – al contrario – ne sono vittime. Ma quali sono i volti del Potere nelle Notti Odierne? Abbiamo già conosciuto i Lasuerte, che nel Mondo dei Fratelli sono, certamente più di tutti, coloro in quali hanno affinato le tecniche di supremazia sugli altri. Ora è il momento dei Von Macht, faccia speculare e contrapposta che anima la politica veddhartita. Se l`archetipo del Lasuerte è il marionettista che governa dall`ombra, al contrario il Von Macht si caratterizza per l`onestà – o la sfacciataggine – con cui impone il proprio volere sugli altri: il Von Macht è come un duca che brandisce la spada lucente, vestito della sua armatura più pregevole nel cuore pulsante della battaglia che, per merito delle sue gesta, viene vinta. I suoi sudditi si inginocchiano al di lui cospetto e baciano i lembi del suo manto. “

Questa linea di Sangue si distingue tra le altre non solo per la forza bellica dei propri aderenti ma anche per le loro indubbie capacità retoriche. La Vedova Nera per eccellenza è parimenti in grado di colpire efficacemente i propri nemici sia con le lingua affilata che con il filo della spada. Arguzia ed Acciaio sono in definitiva il connubio letale che ha reso la Stirpe di Tierney una tra le più rispettate nel Mondo di Tenebra , tanto da essere comunemente chiamati i “Nobili tra i Vampiri”. Fortemente individualiste, le Vedove Nere danno gran peso ai concetti di “onore” e “lustro personale”, tanto da far ruotare la propria intera esistenza attorno al conseguimento, il mantenimento e l`esaltazione della propria persona. Malgrado questo attaccamento al concetto di Fama, i Von Macht non ricorrono quasi mai a sotterfugi e subdoli giochi d`ombra per perpetrare i propri scopi ed elevarsi al di sopra gli altri immortali, preferendo piuttosto agire alla luce del sole – perdonate l`ossimoro(!) – per adempiere al meglio ai compiti prefissati. Rispetto ai Lasuerte, i Von Macht giocano una partita, se vogliamo, ancora più difficile e complessa sulla Scacchiera del Mondo di Tenebra: loro non desiderano unicamente il potere ma bramano altrettanto ostentarlo in pubblico, mostrando così il proprio status al resto della società Veddhartita. Il bisogno di mantenere una facciata di correttezza – legata al concetto di “onore cavalleresco” – li rende in definitiva in egual misura odiati ed amati nel retaggio degli immortali. Diversamente dalla maggior parte delle altre linee di Sangue, i Von Macht seguono in maniera rigida una propria, deviata “etica morale”, una sorta di codice cavalleresco riadattato ai naturali bisogni dei Vampiri.

L`oratoria ad esempio – che nella tradizione epica e romanzesca veniva sfruttata dai Cavalieri per convertire gli sconfitti – diviene nell`ottica delle Vedove Nere lo strumento privilegiato per persuadere le menti delle altre creature e acquisire così una capacità di agire indiscussa. Maestri dell`Ascendente sugli altri, dotati del carisma necessario per affascinare il Popolo e regnare indisturbate, perpetrano i propri scopi privati e convincendo la massa che questi coincidano con gli interessi della razza tutta. La gloria che circonda questa linea di sangue è il risultato di azioni individuali o degli sforzi di unificazione di singoli individui carismatici. L`Aristocrazia Ereditaria è il fulcro del potere Von Macht tramandato di sire in progenie; non a caso molto spesso le Vedove Nere mantengono anche nella non-vita quei titoli nobiliari che erano loro propri sin dalla loro esistenza umana. Cavalieri e fanti, se non addirittura Re della Scacchiera del Mondo di Tenebra, questi vampiri anelano più di tutto nella loro non-vita di essere dei vincenti e tale fattore li legittima a perpetrare la propria esistenza e le loro abitudini nell`immortalità del sangue veddhartita. I Von Macht, ligi alle loro regole cavalleresche, sono i primi sostenitori delle Consuetudini poiché – determinati e tendenzialmente molto razionali, seppur non particolarmente inclini alla formazione di gruppi coesi – credono fortemente nell`estremo bisogno di norme da seguire ed applicare pedissequamente per scongiurare la rovina della razza vampirica.

Quando i Von Macht agiscono lo fanno in maniera rapida, decisa ed efficiente: una Vedova Nera ambiziosa è pertanto un avversario assai temibile poiché non si fermerà davanti a nulla prima di aver realizzato i propri piani. Creature calcolatrici, diffidenti rispetto alle novità delle Notti Moderne, i Von Macht si affidano al passato e alla memoria dei propri avi anche nell`elaborazione delle proprie strategie, arrivando letteralmente a venerare i tempi che furono e finendo per apparire delle cariatidi nei confronti del Progresso. Il rapporto sire-infante in questa Linea di Sangue è considerato il più importante e duraturo; Fratelli già liberi e diventati Vampiri maturi, anziani od antichi, sono difatti soliti reiterare la convivenza con il proprio sire attendendo sovente che questi scelga il torpore volontario o incontri la Morte Ultima prima di creare a loro volta nuova propria progenie. Ogni Von Macht è convinto della superiorità della Razza della Notte rispetto agli umani, visti solo come pallido ricordo di tempi ormai dimenticati, e per questa ragione tende a considerare il Vampirismo una vera e propria evoluzione della mortalità.

Forti del potere temporale di cui godevano nei loro manieri in vita, non rinunciano facilmente a questa territorialità: non è infatti atipico che questi oratori in arme si scontrino l`un l`altro per la violazione di un confine e per l`acquisizione di uno status più elevato. Gli ancestrali manieri in cui ancora oggi i Von Macht sono soliti risiedere con la propria progenie sono tra i luoghi più sacri per le Vedove Nere: un qualsivoglia ospite che dovesse essere invitato di un Von Macht dovrebbe usare il massimo riguardo possibile nei confronti della Dimora e del padrone di casa così come questi, maestro d`etichetta, provvederà verso il forestiero. Il decadente splendore di questi castelli è pari solo alla cura con cui amano scegliere i propri abiti, che sono sempre ostentazioni di sfarzo e lusso, il proprio equipaggiamento e l` armatura da battaglia, che i Von Macht conservano al pari di sacre reliquie, intoccabili da mani ritenute indegne.

Molte malelingue non hanno potuto fare a meno di notare come, molto spesso, i Von Macht si siano accompagnati ai Venilia, proteggendoli ed aiutandoli laddove la Società più volte aveva tentato di far pagare loro presunti, efferati crimini ai danni delle Consuetudini. Questo rapporto di fiducia nelle Arpie non è, a quanto risulta, bilaterale, considerato i continui attacchi verbali di queste al lustro del Buon Nome Von Macht. Cosa si nasconde dietro questa singolare alleanza? Chi conosce la verità tace. Molti Von Macht sostengono piuttosto che non vi sia nulla di anormale in questo sodalizio, giacché Spada e Scienza sempre si sono accompagnati nella Storia, al pari di Religione e Forza Bruta, in una metafora che quindi vedrebbe schierati da una parte Lasuerte e McAnders e dall`altra Von Macht e Venilia. Le certezze sono poche, ma di una cosa siamo sicuri: da tempo immemore si consuma una guerra silenziosa con i figli di Amalthea, visti i continui motivi di contesa degli scranni più illustri del Mondo di Tenebra. Lì dove solitamente – per diritto di sangue o acclamazione popolare – i Von Macht sono convinti di dover sedere al governo, spesso le Ombre hanno invece tentato di insediare i propri burattini e protetti, guadagnando sovente terreno a discapito della Stirpe di Tierney. Oltre a ciò, il sempre maggiore interesse dei Lasuerte per l`arte della guerra ha cominciato a preoccupare seriamente le Vedove Nere. Che finalmente i Lasuerte abbiano deciso di dare scacco matto al re? Le pedine si stanno muovendo in maniera sempre più rapida sulle caselle nere e bianche e solo pochi, lungimiranti Fratelli riescono a scorgere le strategie che – poco a poco – vengono a galla. Quel che rimane certo è che sino ad ora i Figli di Tierney il Dominatore continuano a occupare molte delle posizioni più in vista della Società Veddhartita, così come il loro retaggio esige.


ELETTORIO DEL SANGUE PURO

Grande Elettore del Sangue Puro: Primogenito Von Macht
Burgravio del Sangue Puro: Thanatos e Requiem Von Macht
Langravio del Sangue Puro: Voivoda Von Macht
Cavaliere: Titolo onorifico conferito a tutti i Von Macht di rango pari o superiore al Voivoda

Redattotori: Tarak

Nome: Godric Tierney
Casata:
Rotschild Von Macht
Soprannome: Il Dominatore
Età Apparente: 15 anni
Età Reale: 30 anni
Tratti:
Ariani
Occhi:
Grigi
Capelli:
Cimotrici
Altezza:
200 ca
Peso:
80 ca
Razza:
Vampiri
Sesso:
indefinito
Allineamento:
Legale Neutrale
Sire:
 Veddharta

Retaggio: Santo Padre Fondatore, Capostipite Von Macht
Condizione attuale presunta: Morte Ultima

 

[ Estratto dalla Corrispondenza di Tierney ]

Perchè intrattenersi a giocare con l’armento nelle selve della Signora quando si può danzare nella gloria di un banchetto di Sangue? Perchè accontentarsi quando anche mia sorella ammette di tremare al mio cospetto e i miei nemici crollano di fronte alla sublime malignità del mio intelletto? Lascio alle vene le futili categorie di bene o male: Io sono nato nell’insegnamento di mia madre e ho scelto la liberà e non la servitù come tu hai fatto, idiota senza speranza. Se continuerai a rifiutarti di capirlo dovrò compiacermi di osservare la tua espressione quando sarai consegnato nell’abbraccio della Vera Morte a causa della tua capacità di comprendere che non esiste lealtà se non verso te stesso.

Una Sacerdotessa, un’Alchimista, eppure l’insano desiderio di creare non abbandonò Veddharta che divenne Madre, per la terza volta.
Il giovane Tierney governava il suo regno con quella forza emotiva che solo i Sangue Blu possono avere, alcuni dicono per Divina concessione.

Alla morte del padre era stato costretto a riporre in bauli tutti i suoi balocchi e le spade di legno, la sua infanzia e fanciullezza, per dedicarsi alle armi, alle lame serie ed allo studio del combattimento, poiché solo con la forza e col Sangue si possono quietare le rivolte popolari che, ovviamente, si moltiplicano quando è un giovane rampollo a salire al trono. All’età di sette anni, infatti, Tierney era succeduto al padre, sotto il patrocinio della madre, ed aveva dato così inizio al suo regno: un Dominio che non si sarebbe concluso con la sua morte.

L’abilità di alchimista di Sarea fu la scusa con cui la coterie di Vampiri riuscì a farsi accettare e benvolere dalla Corte del ragazzino; sebbene la Regina Madre, forse per istinto materno, non vedesse di buon occhio il trio, il giovane monarca era assai affascinato da Veddharta e dalle sue accompagnatrici, ed il sentimento era ricambiato, per quanto l’Ortodossa non mancasse mai di ricordare al proprio sire i rischi intrinseci nell’abbraccio di un così giovane infante.

Grande era il potere del Sangue dei Vampiri, ma non meno importante era la discendenza di colui che, da lì a qualche anno, sarebbe stato temuto da tutti col nome di “Dominatore”. La Stirpe di Tierney, difatti, aveva diretta matrice elfica, poiché il suo lignaggio poteva vantare parentela con Elrhon il Saggio, elfo delle lande boscose e paradigma di virtù e sapienza. Tuttavia, i poteri elfici erano oramai troppo blandi; delle caratteristiche dell’antico popolo quello che sarebbe divenuto il Terzo tra i Capostipiti Veddhartiti possedeva unicamente la bellezza dei tratti somatici, oltre, ovviamente, al blasonato albero genealogico. Infatti, Tierney, appariva con tratti da adolescente; un ragazzo di quindici anni in un corpo di un giovane uomo di trenta.

Molto era passato da quando Amalthea e Sarea erano venute in contatto col Mondo di Tenebra, e più il tempo trascorreva, più i poteri del loro Sangue crescevano assieme all’influenza che, come è ovvio e naturale, tutte le figlie hanno sui loro genitori. L’Ortodossa, da sempre amante del sotterfugio, riusciva a tenere a freno il desiderio di Maternità che Veddharta stessa, sempre più blandamente, celava agli occhi attenti e vigili della famiglia reale ospitante. Ma in questo caso fu una nuova presa di posizione di una sorella rispetto all’altra a decidere delle sorti di molti. L’Arpia aveva rispolverato i propri tomi inerenti la cabala e le arti oscure, principalmente substrati dell’alchimia, ed aveva iniziato a prendere sotto la propria ala protettiva il piccolo Tierney che, dal canto suo, si stava rivelando un ottimo allievo, predisposto come era ad incamerare nozioni nella propria mente. E, sebbene poi il Dominatore non avrebbe mai affinato le proprie tecniche oscure, Sarea trovò comunque il modo di lasciare traccia della propria essenza nella mente di Tierney: tra una lezione e l’altra, tra un consiglio ed un monito, lo instradò verso la conoscenza del Mondo di Tenebra, facendone un grande oratore, poiché Ella conosceva il desiderio covato gelosamente nel cuore di Veddharta, che Amalthea tentava invano di sedare.

Qualche tempo prima dell’Abbraccio, la madre del Re morì in circostanze misteriose, avvelenata. Ovviamente ai nostri giorni, conoscendo un poco della vita della Grande Sarea, possiamo ben immaginare come si siano svolti i fatti, ma ai tempi, visti i ripetuti intenti insurrezionali, la faccenda non lasciò sorpresi i consiglieri del Re che, di lì a poco, adottarono il giovane ed orfano monarca. Veddharta, Amalthea e Sarea erano divenuti membri della Famiglia Reale. L’Ortodossa non era ancora convinta che donare i poteri del Vampirismo ad un giovane uomo, di così nobili origini, fosse la giusta scelta da fare; lei, fanatica dei dogmi e delle Tradizioni che aveva stilato con la connivenza della Rilucente, non poteva permettere che il Padre le infrangesse con così tanta leggerezza. Ma era sola in questa crociata e, alla fine, dovette arrendersi all’evidenza. Tierney, succube della sua precettrice Sarea, chiese a Veddharta di donargli l’Immortalità e, come era prevedibile, la madre acconsentì.

Con l’Abbraccio di Tierney ebbe inizio quello sposalizio, che ancora oggi continua in molte terre, tra Fratelli e Stirpi di Sangue Reale e che porta i Vampiri ad avere una posizione di Dominio sulle potenze mondiali dei mortali.

Passò il tempo e l’Immortale Monarchia del Regno si contraddistinse per il forte pugno di ferro con cui riuscì a gestire la gravosa situazione del paese; sembrava che il Terzo tra i Capostipiti si fosse salvato dalla “V” che contraddistingueva tutti i suoi Fratelli, ma Amalthea non aveva dimenticato l’affronto fatto alle Tradizioni. Pregò la Rilucente Veddharta affinché la tracotanza dettata dal Nobile Sangue del fanciullo fosse punita, poiché l’Abbraccio è un dono da concedere, non da richiedere. E la Madre di tutti i Fratelli l’ascoltò e si manifestò una Terza volta.

Il Simbolo dell’Anatema si impresse sulle labbra del giovane Tierney costringendolo ad essere selettivo lui stesso nell’Abbraccio, così che i Figli, che la Madre sapeva, riluttante, che Egli avrebbe generato in futuro, sarebbero stati pochi, poiché con superbia lui s’era preso gioco del Vampirismo. Da quel giorno odio misto a rispetto intercorre tra la Nobile Schiatta Lasuerte, generata da Amalthea, e la Genia Von Macht a cui Tierney diede origine, ed i figli di questi furono condannati, in molti casi, alla morte poiché il loro palato era così selettivo da costringerli a poche vene.

 

Redattori: Tarak

BESTIA INTERIORE

Il Potere ed il Dominio spingono e nutrono questa Stirpe. I Von Macht vorrebbero imporre se stessi sul tetto del mondo, ed è proprio tramite la Gloria della Supremazia che cercano di raggiungere lo scopo.
Si lasciano trascinare da una grande e lucida razionalità prediligendo lauti pasti, al fine di non essere indotti in tentazioni futili e privi di eleganza. Durante un concilio, un semplice dialogo, ma soprattutto durante una battaglia, i Von Macht si faranno trovare pronti e sazi per concentrarsi unicamente sui lori atti o nemici. E’ dunque, davvero raro, osservare un Discendente di Tierney in preda alla Bestia Interiore.
Talvolta però tale condizione è innegabile: si potrà assistere ad una vera e propria esplosione di potenza, atta a sottomettere chiunque si ponga nel suo raggio d’azione. La Bestia imporrà il proprio Dominio.

SCELTA DELL’ABBRACCIO

Il Dono Oscuro assurge per le Vedove Nere a processo di perfezionamento di quella fragilità tipica di “coloro i quali ancora hanno la necessità di respirare” e spesso solo i figli, i nipoti e i pronipoti che avevano generato quando erano ancora umani sono scelti per ricevere l’Abbraccio. Nel caso in cui un Von Macht non abbia lasciato una discendenza mortale da cui poter attingere per reperire soggetti adeguati atti a creare una progenie, ebbene questi rivolgerà il suo sguardo su uomini o donne i cui nobili natali o tempra cavalleresca garantiscano il mantenimento degli altissimi standard richiesti da questa linea di sangue. Le altissime aspettative di un sire si traducono nel percorso che egli compie al fianco della propria progenie, il più lungo in termini di tempo tra tutte e cinque le linee di sangue; non è raro che le Vedove Nere attendano la morte ultima o il torpore volontario del proprio creatore prima di scegliere di generare essi stessi una progenie.


VON MACHT ED IL RESTO DEL MONDO

  • McAnders: non è dato sapersi
  • Venilia: non è dato sapersi
  • Van Kunst: non è dato sapersi
  • Lasuerte: non è dato sapersi
  • Altri clan vampirici: non è dato sapersi
  • Mannari: non è dato sapersi
  • Altre razze: non è dato sapersi

 

BAMBOLE DI SANGUE

La convinzione che la stirpe di Veddharta sia l’evoluzione di quella umana, e la loro naturale avversione per il contatto con mortali che non siano membri della loro antica famiglia di quando ancora erano in vita, rende le Vedove Nere assai poco propense a bere occasionalmente dalla prima vena a disposizione. L’inclinazione generale nella scelta della propria preda, per quanto concerne i Von Macht, è scegliere una tipologia stereotipata di bambola di sangue che non cambierà mai lungo il corso della loro non-vita. Ogni vampiro avrà la sua particolare preferenza e difficilmente si nutrirà di altri archetipi di mortali.
Esempi più comuni di archetipi tra cui scegliere sono: Donne bionde con l’epidermide priva di nei, mistici, cavalieri, uomini di nobile lignaggio (etc)… .
Il Von Macht predilige tenere le proprie bambole di sangue presso il proprio rifugio così che possa avere il pieno controllo su di loro. Questa precauzione è atta ad assicurarsi che questi umani, trovandosi sotto la “protezione” del veddhartita, non creino imbarazzo o situazioni spiacevoli per l’immortale. I Von Macht, in linea generale, propenderanno sempre a ritenere queste creature semplici otri di vitae la cui compagnia è vista come mera necessità alla stregua di una forzatura che si obbligano a compiere per pura sopravvivenza.


GHOUL

I discendendi mortali dei Von Macht sono i preferiti per la scelta di creazione di Ghoul e tendenzialmente questo avviene perchè le Vedove Nere desiderano al proprio fianco, in questo periodo di “avvicinamento”, coloro i quali saranno prima o poi destinati all’Abbraccio. Nel caso in cui la discendenza umana di un Von Macht si sia estinta, i Ghoul, il cui numero sarà sempre limitato così da essere facilmente controllabile, saranno considerati veri e propri strumenti, nulla di valore che potrà essere facilmente sacrificabile per raggiungere uno scopo o innalzare la fama e lo status del vampiro in questione.

Redattori: Elizabeth e DarkVampire

Gli stereotipi qui riportati sono un esempio delle possibili personalità di un personaggio: i tratti che compongono la più intima natura del vampiro; le caratteristiche base della sua personalità, il suo vero io. E’ ovvio che oltre a questo esiste anche ciò che il tuo vampiro mostra di se stesso nelle relazioni con gli altri perchè non sempre il non-morto tende a mostrare la parte più vera di se sia per questioni di comodo che per questioni di sopravvivenza.

Ti senti ispirato da uno di questi stereotipi? Non sai come usarli?
Si può scegliere se utilizzarne una sola e quindi ciò che il vampiro è realmente sarà mostrato ( solitamente ) anche nelle relazioni con gli altri oppure si possono liberamente combinare COERENTEMENTE due stereotipi .
Gli stereotipi possono essere SFUMATURE del carattere del tuo vampiro oppure puoi seguirle in maniera pedissequa, a te la scelta e l’ispirazione.


ALÉXANDROS TRITOS HO MAKEDÓN, DETTO “MAGNO”
La strada per l’Inferno, come si suol dire, è lastricata di buone intenzioni…perché mai i viottoli ed i sentieri di questo Mondo di Tenebra dovrebbero essere da meno? Neanche la grande Torre di Babilonia è stata costruita in un solo giorno e tu, mio caro generale, lo sai bene…per questo motivo – anche in virtù della tua esistenza pressoché infinita – non ti preoccupi affatto di dover impiegare molto tempo per adempiere ai tuoi scopi. D’altro canto ciò che vuoi realizzare è più grande di te e se non fossi un non-morto ovviamente saresti considerato un folle a coltivare questa tua ambizione. La tua felicità è legata ai singoli mattoni che compongono la strada che conduce al tuo obiettivo, ovvero a tutti i passi che riesci a compiere per realizzarlo. Poco importa se vuoi dominare il mondo, spodestare un’Ombra dal trono che spetta di diritto ad un Nobile o, ancora, divenire un generale d’armata. Sei certo di riuscire a conquistare tutto ciò che vuoi.

ELIZABETH I TUDOR, DETTA “LA VERGINE DAL PUGNO DI FERRO”
Il tuo sentirti al di sopra degli altri ti rende un essere ancor più solitario di qualsivoglia altro Fratello: sei fermamente convinto che tutto ciò che si muove al di sotto del tuo aureo trono, in qualche modo, abbia poco a che fare con te. Non so se tu sia nato solo o se invece ti sia convinto di esserlo, quel che più è chiaro, però, è che non c’è niente che ti faccia sentire realmente, parte di qualcosa. Potresti essere convinto di essere un eletto, chiamato a dominare sugli altri proprio in virtù del naturale distacco che nutri per il mondo, oppure provare rancore per ciò che sei, e quindi trovare nel potere temporale la tua personale arma di vendetta verso gli altri. Quale che sia il cancro che ti divora, mio caro, le persone si accorgono di questo tuo senso di inadeguatezza per il mondo in ogni comportamento che fai tuo, per questo motivo amano criticarti e potresti non essere esattamente la persona più amata e rispettata al gran ballo. Ma a te, in fin dei conti, cosa importa? Non puoi cambiare quello che sei, ma certo puoi plasmare il mondo a tua immagine. Si, questo lo puoi fare!

FELIPE II DE ASBURGO, DETTO “DI SPAGNA”
E’ una febbre che sale, che si insinua nella tua mente e ti dà alla testa come un tiro di oppio o una dose di eroina: questa è la febbre della competizione, il sentimento che soggiace alla Guerra Santa a cui tutti i Fratelli partecipano. Alcuni sostengono che quelli come Noi non siano più in grado di provare emozioni o che, ancora, queste siano solo di stampo negativo, come se fossimo degli sciocchi demoni! Ma tu lo sai che non è così, vero mio bel giocatore d’azzardo? Tu sai che quel cadavere che ti porti in giro in queste Notti Moderne è ancora in grado di essere elettrizzato dal brivido della vittoria, mh? Si che lo sai, cazzo! La verità è che se tu non capissi di cosa sto parlando probabilmente ti saresti infilato un paletto nel cuore già da lungo tempo…la tua intera esistenza ruota attorno a quei brevi istanti in cui ti senti un dio e puoi schiacciare i perdenti sotto il tuo calcagno. Ogni attività che svolgi assurge per te ad una lotta: hai un assoluto e quasi fanciullesco bisogno di dimostrare al mondo che sei il migliore, il capo perfetto, il primo cavaliere: un fuoriclasse!

KING ARTHUR
Chiaramente non vorresti essere nei tuoi stessi panni, ma qualcuno – forse il fato – ti ha assegnato in sorte questo fardello ed ora non puoi tirarti più indietro. Il Dado è ormai tratto ed anche se ne soffri ora devi guidare la Crociata della Non-Vita, la tua e quella degli altri. Persegui la tua causa per alleviare le tue stesse sofferenze, come se questo fosse possibile, evitando quanto puoi di condividere il potere con altri: non puoi infettare le loro mani con quella che è la tua missione. Probabilmente il tuo essere così concentrato sulla tua missione, essere un idealista che lotta contro tutte le avversità per ciò in cui crede ti porteranno ad avere sia amici che nemici, ma tu sai benissimo che il tuo destino è quello di essere il solo a portare questa condanna e quella corona.

LOUIS XIV DES BOURBONS, DETTO “RE SOLE”
Da che mondo è mondo esistono sudditi e monarchi, schiavi e uomini liberi, déi e fedeli. Alcuni dicono che rientrare nella categoria dei vessati o dei vessatori sia una sorta di “marchio di fabbrica”, un qualcosa di congenito ed innato. Quale che sia la realtà tu vuoi comandare. Non ha senso stare qui a girarci attorno, tanto non sei affatto un tipo a cui piacciono le moine. Quello che, semplicemente ed ingenuamente, vuoi ottenere dalla tua esistenza vampirica è la supremazia. Su cosa? Beh, questo devi dirmelo tu! Credi di riuscire a farti bastare quel piccolo castello dove sei stato svezzato, oppure la città dove risiedi da tempo? Scegli su cosa vuoi posare le tue sudice dita e mettiti semplicemente al comando, schiacciando tutti coloro che ti ostacolano. In fondo è questo quello che desideri fare e, diciamola tutta, è l’unica cosa che probabilmente ti hanno insegnato ad essere.

LORENZO DI PIERO DE’ MEDICI, DETTO “IL MAGNIFICO”
Il Mondo dei Vampiri si regge su fragili fondamenta, in fin dei conti: anime sole si incontrano nella notte e danno vita ad una danza che non ha fine ed affonda le sue origini sin nella Prima Notte. Per quanto però dall’alto possa sembrare che Vi sia una Società, una ratio che li muove tutti, la verità è una sola: ognuno di loro è solo nella sua condanna. Non è chiaro se tu sia un illuminato o semplicemente un gran bastardo, quel che è certo è che la tua filosofia di vita ti aiuta molto a muoverti nel Mondo di Tenebra. Come un Cavaliere offre il proprio aiuto ad una donzella, allo stesso modo tu sei capace di offrire a chi ti è vicino una spalla su cui sfogare il proprio cordoglio. Se la non-vita fosse una messa funebre, tu saresti quello che intona il requiem. Il fatto è che tu non hai mai completamente lasciato andare la tua umanità e per questo motivo provi pena per i Fratelli che non riescono a trovare un senso alla propria vita. Queste povere anime indifese si spogliano come prostitute di fronte all’Inquisizione e tu dai loro nuovi vestiti e nuove ragioni di vita. Quali? Naturalmente la tua persona! Tu sai cosa è meglio per loro, pertanto le guidi in questo cammino che conduce alla vetta della montagna, dove tu siederai e governerai con giustizia, per il bene di tutti.

MARIE-ANTOINETTE D’AUTRICHE
Sei una persona che ama crogiolarsi nei vezzi e negli orpelli che il tuo status di nobile ti concede…probabilmente è per tipi come te che la maggior parte del Mondo di Tenebra ritiene quelli della tua stirpe dei tipi con la puzza sotto il naso. Ma in fondo cosa importa? Guardati attorno: le malelingue sono solo invidiose di ciò che sei, una stella che splende nel firmamento, un essere che merita di essere adorato e rispettato e, dunque, di sedere sugli scranni del potere. In realtà questo pallino del potere non è esattamente un qualcosa che ti seduce, ma le luci di ribalta, la fama che questo provoca…dio mio, questo si che ti fa stare bene! Probabilmente – e questo è un consiglio da amico – dovresti provare a pensare un po’ meno a te ed un poco più ai bisogni del tuo popolo, scusa…dei tuoi adulatori. Non per nulla ma…nel Mondo di Tenebra non vi sono ne brioches ne panini e quando scarseggia il sangue anche quello del Re è buono per banchettare!

MARY I TUDOR, DETTA “LA SANGUINARIA”
Sei inflessibile, probabilmente un combattente o comunque un qualcuno che vede nelle rigide regole il giusto modo per affrontare l’esistenza vampirica. Intransigenza è il tuo secondo nome e, proprio come un giudice, ti elevi al di sopra del popolo per dispensare moniti e sentenze a coloro che violano il tuo codice morale, per te vera e propria etica universale. Tutti coloro che si macchiano di un crimine – e qui faccio riferimento a qualsivoglia azione che non ti veda più che concorde – meritano la morte! Malgrado questo tuo rigore morale sei abbastanza intelligente da sapere che non puoi trucidare chiunque, quindi fai in modo di non macchiarti troppo le mani di sangue. No, non sto parlando di sciocchi sotterfugi, tu non hai bisogno di mezzucci del genere. Quello che devi fare è solo sfruttare il tuo enorme carisma per convincere tutti – o almeno quelli che non sono troppo sciocchi da contraddirti vis a vis – che le tue regole sono le sole che meritino di essere rispettate.

VLAD III DI VALACCHIA, DETTO “L’IMPALATORE”
Pensare a te mi fa salire un brivido lungo la schiena, sai? Non riesco a comprendere quali siano i tuoi ideali, ma è chiaro che devono essere forti e saldi per farti compiere quelle azioni. Porti forse la maschera peggiore del Nostro Popolo, quella dell’inumanità, ma la rivesti di un tuo proprio Codex  che non ti lascia piegare di fronte a nulla. Ovviamente sei diverso da tutti gli altri tuoi Fratelli, non riesco a scorgere più alcun briciolo di umanità in te: possibile che la sofferenza di chi si mette sulla tua strada non ti provochi niente, neanche un brivido malato di gioia? Sono certo che moriresti per raggiungere ciò che ti preme, amico, e sono quasi sicuro che questo accadrà, o forse lo spero!

Redattori: Tarak