Coloro che non possono dimostrare di essere parte delle Cinque Linee di Sangue originali, chi possiede un Sire che ha subito la damnatio memoriae, ovvero il cui nome è stato cancellato dalle Cronache e, ancora, gli Infanti che sono stati allevati senza conoscere La Verità sulle Origini del Mondo di Tenebra…tutti loro, indistintamente, sono “Kirai”.
La Legge fondamentale della Razza della Notte è senza alcun dubbio la Discendenza del Sangue ed anche le Consuetudini dovrebbero essere lette e rispettate in quest’ottica: esse non dovrebbero venir considerate, difatti, Leggi Universali ed inviolabili in quanto tali, ma assurgono piuttosto a Fondamentum Legis in quanto dettate, secondo tradizione, dal Vampiro più Antico, Veddharta.
Fatta questa premessa non è difficile comprendere la ragione per cui i Kirai occupino il gradino più basso della rigida gerarchia dei Congiunti, considerati, senza voler per questo dar adito a maldicenze, quasi una sorta di anello di congiunzione tra La Società dei Fratelli ed i comuni Mortali.
“Sangue come acqua”, “Privi di generazione”, “Infecondi”, “Vacche Immortali”…questi sono solo alcuni dei soprannomi che i Fratelli hanno attribuito, quali marchi indelebili di vergogna, alla schiatta dei Vili, dando loro modo, peraltro, di sviluppare sentimenti contrastanti nei confronti del Mondo di Tenebra: odio, rispetto, orgoglio, ribellione e molto altro ancora.
Usualmente il termine “vile” è utilizzato dai Congiunti per identificare quei Fratelli che non possono essere ricondotti ad alcuna Linea di Sangue per ragioni quali l’abbandono prematuro del proprio Sire e l’allontanamento da un precedente Clan di appartenenza, entrambi fattori che possono non rendere chiaro a quale delle uniche Cinque Famiglie riconosciute dal Synodus Sanguinis facciano capo. Con il passare del tempo la parola colloquiale “vile” ha avuto largo seguito, grazie soprattutto all’ovvia accezione dispregiativa che reca insita, ma alcuni Anziani ben ricordano, invece, che nelle Notti Antiche molti Vampiri dell’Est, frutto di Abbracci di cui le cronache occidentali non riportavano memoria, fossero appellati in maniera più rispettosa come “Kirai”. L’Apparizione di un tale numero di Vili, che spesso non conoscevano la Storia dei Cinque Padri, ma, piuttosto, portavano con sé miti e leggende solo in parte collimanti, pose i Principi e la Società dei Congiunti Occidentale a coniare questa parola: per quanto “vile” un Vampiro Antico che risiede in città può sempre divenire una scomoda spina nel fianco ed un Fratello lungimirante dovrebbe ben capire quando un’offesa, oltre che gratuita, è anche infruttuosa.
Visti con diffidenza dai Vampiri del clan, spesso emarginati o utilizzati alla stregua di carne da macello, pedoni sulla Scacchiera immortale in un gioco di cui solo pochi di loro sono realmente coscienti, sono elevati al rango di affiliati al Synodus Sanguinis, ma al contempo disconosciuti quali degni cittadini della Società Veddhartita.
La loro non-vita si traduce, in definitiva, in un sentiero costellato di mille ostacoli, non che per altri Veddhartiti, in maniera diversa, l’esistenza sia semplice, chiaro, che vede il traguardo ultimo, più un miraggio che un vero e proprio scopo conseguibile, nell’essere finalmente accettati quali Progenie di una delle Cinque Stirpi. Sino a quando le gesta di una di queste “Vacche Immortali” non lo metteranno in buona luce agli occhi di un Primogenito e del Principe, in soldoni, i “vili” non possono fare altro che attendere, pazientemente, sopportando di doversi nutrire degli avanzi del banchetto non-morto.
In generale i Kirai non sono mai riusciti nella Storia a creare una vera e propria gerarchia stabile all’interno del Synodus Sanguinis, ma almeno ufficialmente tutti gli altri Clan Vampirici, con poche eccezioni, sono riconosciuti quali “Coterie di Kirai”, in quanto la loro discendenza non può essere ricondotta alle Cinque Famiglie.
Parlare poi di doti o peculiarità congenite dei “Vili” sarebbe quantomai un controsenso: non solo le sfumature psicologiche dei singoli, ma anche quelle caratteriali di tutte le stirpi convivono all’interno di questo gruppo di “Senza Nome”, vera e propria massa acefala i cui umori vengono spesso aizzati o sopiti con maestria non solo dal Principe del Dominio, ma anche dai Primogeniti e dalle differenti Stirpi, ognuna a suo modo.
Le Accademie Venilia, ad esempio, hanno studiato a lungo i Kirai – ammesso e non concesso che si possa definire “studi” il rapimento, la tortura e la vivisezione di individui senza sire o stirpe che possano difenderli – ma non è ancora chiaro cosa le Arpie abbiano trovato. La Casata Von Macht ha sempre guardato con sospetto ai “vili” ed anzi ha dimostrato nei secoli di avere ben poca clemenza verso chi non rispetta il dictat sull’allevamento della progenie: da tempi immemori i Nobili tra i Fratelli si vantano di non aver mai elevato nessuno dal rango di “Kirai” a quello di Von Macht, ma alcuni esempi sono di fronte agli occhi di tutti, sebbene i Figli di Tierney siano veramente abili a contraffare alberi genealogici e cronache, modellando la memoria collettiva a proprio piacimento.
La Famiglia Van Kunst non sembra considerare, almeno ufficialmente, i Kirai troppo differenti dalle altre casate: moltissimi Artisti, anzi, provengono dalle file delle “Vacche Immortali” anche a causa dei numerosi abbandoni di prole da parte dei Sire Van Kunst e della facilità con cui i segni dell’Amentia vengono da questi riconosciuti. Curiosamente, comunque, i Kirai sono l’unico argomento di discussione politica che ha sempre visto interessati i Folli; voci nella notte, a dirla tutta, sostengono che vi sia una profezia di una Strega Van Kunst su uno di questi “Senza Nome”, ma del suo contenuto si sa ben poco…
Ai McAnders tocca invece da sempre il compito più ingrato, quello di vigilare sugli umori dei Kirai per fare in modo che questi non si ribellino alla Gerarchia del Mondo di Tenebra: in fondo la storia umana insegna che lo strato più oppresso della Società abbia buone possibilità di sovvertire l’ordine vigente! Per quale motivo le Belve abbiano deciso di svolgere il ruolo di Cani da Guardia non è chiaro; probabilmente i Lasuerte in egual misura sospettosi e lungimiranti nei confronti della “Questione Vili” – devono aver stretto con gli Anziani McAnders qualche sorta di patto in merito, ma solo il diavolo sa cosa abbiano offerto loro quale pagamento. Sino ad ora, comunque, i Figli di Eryx sono riusciti a contenere i Kirai, istruendoli alla guerra e facendo sfogare i loro malumori contro i nemici esterni del Synodus.
Che vengano riabilitati quali Progenie di uno dei Padri oppure si ribellino alla Società Veddhartita, comunque, per ora il futuro dei Kirai pare essere imperscrutabile e la misteriosa e segreta profezia che li riguarda pare non essersi compiuta.
Questo Casato non prevede un organo consiliare interno proprio a causa della sua natura.
Per questa ragione i Kirai sono giudicati individualmente come singola entità, ognuna differente dalle altre e rispondono di opinioni, parole e azioni direttamente al Principe o al Golgota che, in questo caso, fanno le veci di un primogenito.