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La Genesi del Mondo della Notte

CONSIDERAZIONI

Gli eventi proposti successivamente a questa nota non sono stati creati artificiosamente da un creativo narratore, bensì rappresentano pedissequamente la storia di quanto accaduto negli ultimi venti anni nel Mondo della Notte.

I – IL I RINASCIMENTO – LA BADESSA D’OMBRA

I tempi erano giovani per il GranDucato di Extremelot, eppure alcuni Antichi Fratelli capirono che era già giunto il tempo di riunirsi in un Sinodo che perseguisse la missione iniziata dai Padri.
Fu sotto la corona di una Badessa Lasuerte che i Vampiri si riunirono, rispolverando le Tradizioni e riportando in vita un’organizzazione in un Mondo di Tenebra afflitto dal caos.
Fu così che ELIZABETH, Principe del rifondato Synodus Sanguinis, Dominus, Senatore per i Vampiri presso l’Accademia delle Razze della Cittadella, riunì tutti i Fratelli che credevano nelle Tradizioni.
E la Rilucente stessa, Colei che scagliò anatemi, apparve al Principe ed ELIZABETH nei divini occhi, proprio come era accaduto alla Santa Amalthea, rivide il proprio riflesso; ed al Popolo di Tenebra la Madre rivelò la motivazione per cui il Principe era riuscito a riedificare il Sinodo dei Padri: ELIZABETH era l’ultima figlia della Signora Amalthea e, per tanto, aveva il diritto di sangue di regnare, indiscusso despota, sulla razza immortale.
Fu sotto il regno della Signora Lasuerte che il Synodus Sanguinis divenne la prima istituzione Vampirica del Regno, la più grande e rispettata organizzazione razziale del GranDucato, quando il solo nome del suo Principe suscitava gelo nel cuore dei giovani e tremore negli Anziani.
Ma fu anche il momento in cui il portatore del Torlon, la reliquia sacra ai Lupini, Bieco, il Capo dei Mannari del Branco, divenne il peggior nemico del Synodus Sanguinis, ma il suo ruolo sarà cruciale solo con l’avvento del “Morbo” che decimò i Fratelli, perciò ne parlerò in maniera più esaustiva dopo.

Basti dire che, più il tempo passava, più il Mausoleo dei Padri era temuto e rispettato e le Tradizioni onorate; fu il Fato, ahimè, a distruggere la gloria dei Fratelli.
ELIZABETH fu chiamata ad essere oracolo ed a rivolgere il suo sguardo lì dove pochi possono vantarsi di guardare; così, dapprima, una rosa segnò lo sposalizio della Badessa con il Destino, indi un mistico artefatto aureo, Magister Tenebrarum, per poi giungere ad un triste epilogo per i Vampiri: la voce di Atropo del Caos irretì, col proprio tenebroso anello, il Principe.
Ma prima di giungere alla triste fine è bene parlare dell’infausto accadimento che avvenne prima del termine del Principato di ELIZABETH: la Piaga di Kmuth.

II – IL FLAGELLO DEI FRATELLI – IL MORBO DI KMUTH

Ci sono ben poche cose che i cittadini del Mondo di Tenebra temono, o hanno temuto, più dell’astro diurno e della furia dei Lupini, tuttavia vi fu un tempo, quando la corona cingeva il capo del Principe ELIZABETH, in cui ogni Fratello temeva il proprio simile ed aborriva la compagnia della sua schiatta.
Era il tempo della più grande epidemia vampirica, di cui abbiamo conoscenza, passata alla storia come “il Verme di Kmuth”.
Si narra di predatori insaziabili che incorsero nell’ira di arcani e anatemi senza tempo che si manifestarono in un piccolo essere maledetto e infame, il Verme di Kmuth, appunto.
Questo parassita aveva la peculiarità di attaccare solamente i membri della schiatta vampirica, riducendo la loro esistenza nel Mondo di Tenebra ad una misera sofferenza costante che li avrebbe, infine, portati ad un corpo mortale.
Si paventava, quindi, la scomparsa dei Fratelli che, ringraziando Madre Veddharta, non si concluse come gli incubi più reconditi che la maggior parte degli indovini avevano presagito.
Una compagnia di creature, tra cui filavano i nomi di un Von Macht, allora Principe delle Tenebre, Cratere e del fu Gran Sacerdote dei Druidi Biba, caricò sulle sue spalle, infatti, il gravoso compito di seguire e indagare i segnali postile innanzi, nella oramai disperata ricerca di una soluzione alla piaga.

La comitiva intraprese quell’avventura che ancora oggi noi Fratelli ricordiamo come una delle più importanti della storia: la salvezza di un’intera razza era stata posta nelle mani di pochi tra cui, oltre all’impegnativo onere, figurava uno scettro, attorno al quale aleggiava un’aura di mistero, dono del Conte THORM in persona.
Intrighi e tradimenti, sfrenate passioni, furono affrontate con indomito coraggio da coloro che, soli, potevano trarre in salvo i Fratelli.
L’epilogo della vicenda volse a favore della Nostra nobile casta, ma non mi perderò in parole inutili narrando i Diari che Cratere scrisse per informare la popolazione dei consequenziali avvenimenti che lo portarono, lentamente, a debellare il morbo, invece scriverò di ciò che, in quel buio periodo, ci interessò più da vicino.

La Madre Veddharta si manifestò in tutta la sua Grazia, di cui è Rilucente sempiterna, in sogno a quella che, ai tempi, era un’elfa predicendo sventura, ma lasciando spazio ad uno spiraglio che, se vogliamo, era di Luce e che un Vampiro, per peculiarità razziali e per metafora, non avrebbe potuto sostenere e riferire al Mondo.
Il Sinodo del Sangue, con la collaborazione degli Alchimisti e di, concedetemelo, generosi altri, partecipò alla creazione del rimedio del nefasto flagello. E venne allora il subdolo tentativo dei Lupini di contaminare le ampolle contenenti il siero della salvezza.
Fu dunque in seguito a questo avvenimento che il Principe ELIZABETH in persona scese dal suo aureo trono per elemosinare al Capo Branco Bieco la restituzione della metà del prezioso rimedio, trafugato da una compagine di Ladri e Lupini.
Fu la presunzione del Lupo a far tornare sui propri passi la Badessa poiché, a quanto ricordano gli Anziani, trattò il riscatto di un intero popolo, rendendolo, esso stesso, merce di scambio.

Il soggetto che noi Fratelli conosciamo sono solo le prodigiose ampolle, infatti, non c’è pervenuto il complementare soggetto dello scambio poiché il Principe inveì con forza al disprezzo che la proposta commerciale aveva ostentato nei confronti di tutti i cittadini del Mondo di Tenebra, in quel momento, rappresentati da ELIZABETH stessa.
Metà delle ampolle rubate era stata distrutta o inquinata, una sola, contenente il siero puro, era sopravvissuta allo scempio compiuto da quelle misere Bestiacce. Con distacco il Principe la distrusse, preferendo non scendere a patti con un Ladro assumendosi ella stessa la responsabilità di fronte agli Anziani, vittime del Verme.
Fortuna volle che l’Ordine Alchemico riuscisse a produrre nuove pozioni così da salvare, anche se ad elevati costi di produzione,  la maggior parte dei Fratelli che, contagiati dalla piaga di Kmuth, non erano ancora tornati alle membra deboli dei mortali.

Il Synodus Sanguinis, dunque, si risollevò, ed ancora a capo era lei: la Signora del Destino, quel Principe ELIZABETH che, figlia di Amalthea l’Ortodossa, aveva salvato il Mondo di Tenebra dal suo inevitabile declino.

Qualche tempo dopo, seguendo il sussurro del fato, la Badessa Lasuerte ELIZABETH consegnò la corona ad un nuovo principe, Clemence Moria.

III – ­ IL CULTO DI SIMEHT

E ben presto, mentre ancora il popolo aveva vivido il ricordo della sciagura che portava il nome di Honorius, maledetto sia dalle schiere di Themis che da quelle di Morte, una nuova ombra s’annidava ad Ovest sussurrando, agli orecchi di chi la sua voce sapeva cogliere, un nome che ormai pareva dimenticato: Simeht.
Ed alcuni percepirono che era giunto il momento di rialzarsi dalla polvere a cui gli eventi l’avevano costretti. Primo fra tutti fu Lucifugo, “il Lupo” detto Magno, un tempo Arconte del Sangue del Synodus Sanguinis, che aveva servito dapprima la voce di Tenebra come suo oracolo nella follia, Insaniae Ferens delle Nere Schiere, e poi, come molti altri grandi prima di lui, era stato irretito dagli anelli di potere divenendone Detentore. La predicazione fatta da quello che, tempo dopo, sarebbe stato il primo tra i Monaci, venne udita da una donna umana, che, evidentemente, cercava un motivo per rimanere eterna, almeno tra le pagine della storia: essa era Faelyn, che, nei vecchi tempi, era stata evocatrice di grande potere, Evoker dalle Nere Vesti sotto il vessillo dell’Ordine del Crepuscolo d’Argento.

A scoprire il simulacro del culto del Dio del Caos fu un altro essere che, tempo prima, era stato dell’anello Detentore, Sauron, e che, prima d’allora, aveva sorretto il peso dell’equilibrio come Gran Sacerdote della Confraternita dei Druidi.
Questo, che temerario appellava un Principe del passato con la nomea di “nipote”, vestiva al tempo panni di Unicorno, Voce di Nobiltà, e soleva passeggiare per le vie del GranDucato quando, incapace di capire le Trame delle Tre Signore, come una volta era solito fare, scoprì l’opera dei due servi del Dio.
Un enorme Tempio si ergeva a Sud della Foresta consacrata alle leggi del Popolo Piccolo, sulle sponde d’una palude malata che, nel futuro, sarebbe stata guadata da chi, rispondendo ad un nuovo richiamo, avrebbe riscoperto Superba: la Torre del Sigillo, Amant Orei.

Ma non è il caso di correr troppo con i tempi, ancora il culto era giovane ed il Monastero contava pochi eletti, Figli della Fede e cultori delle Tre Dottrine del Dio: Fede, Tocco e Spirito.
E quello che, dapprima, era visto solo come un piccolo focolare eretico nei confronti della Dea, presto avvampò infervorando i cuori di molti, forse troppi, tra i cittadini del GranDucato.
Dov’era la loro fede quando non V’era la manifestazione terrena del Dio? A chi il loro cuore innalzava preghiere?
Domande che, forse, meritano una risposta, ma che, al momento, mi è impossibile dare; ad ognuno il proprio percorso, ad ognuno le proprie scelte.
Tornando a noi, grande era il potere dei Monaci, ma le autorità della Cittadella cominciarono a temerlo solamente quando l’ora era ormai tarda, troppo.
Lachesi rinunciò al proprio pupillo, Reggente, lasciandolo scappare dalla sua aurea prigione; ed il gingillo del destino venne diviso, per mano di Magno per volontà di Simeht: Cratere fu eletto monarca, Cupo Re dell’Ordine militare dei Suoi Cavalieri, Sconsacrati agli occhi di chi pregava la Dea.
E mentre le forze del Padre della Rilucente si rafforzavano, la Compagnia dell’Anello piangeva la perdita della propria guida, che già prima era venuta a mancare per volontà di Atropo, Signora di Caos.
E le due Reggenti di Lachesi, speculari perché detentrici del medesimo monile infranto, erano Haruka e Kjarella. Quando i fedeli di Themis capirono che il culto di Simeht era una minaccia per loro…?!

Semplice! Quando il Conte THORM, Paladino ad Honorem, perse il duello contro il Re Cratere e, morto, fu resuscitato in Simeht e per Simeht, iniziando poi una manovra d’attacco ai danni dell’eremo Themissiano.
Il Sacro Tempio di Themis decadde, come il culto della Dea, e le vecchie e blasonate nobiltà tutte vacillarono, in favore di nuove entità che si affacciavano sulla scena politica della Cittadella: i Governatori di Simeht Cratere e Clemence ed i Governatori di Morte Loki e Marduk. Tratterò molto sommariamente gli accadimenti dell’epoca poiché ne fu gravida; basti sapere che il Synodus, ai tempi sotto il dominio del Principe Aenighma, di cui dirò in seguito, si affiancò alla Nera Alleanza di Morte ed ai suoi Governatori, spalleggiando la causa dei devoti a Simeht. Il Tempio di Themis, dopo essere stato sconsacrato dalle Empie Voci Aroree e Faelyn, succedute a Magno, venne fatto saltare letteralmente in aria, per la gioia dei più piccoli che non dovettero più attendere i fuochi d’artificio alchemici.

Sta di fatto che, alla fine, ognuno tornò alle proprie postazioni; le Carte Magiche, tempo dopo, contribuirono, nel bene e nel male, a riedificare il Tempio di Themis, per la gioia dei Suoi fedeli. La fine, in vero, non era ancora giunta poiché colei che fu il Primo Principe tra i Fratelli riapparve, emergendo da un abisso cui s’era costretta dopo la perdita del monile di Atropo. Esami e sfide misero a dura prova le menti e le membra di tre antichi: Christophere, Jawad ed ELIZABETH riuscirono, infatti, a meritare di riportare alla luce Amant Orei, la Torre delle mille insidie, degna dimora di quelli che divennero i tre più vicini Figli del Sigillo, nuovi servi e prediletta progenie di Simeht che in loro risvegliò il Seme di Magia.
Crebbe dunque una pianta rampicante, infame e pregna d’Ars, che si snodava dalle fondamenta di quella alta e misteriosa Torre del Potere. Foglie di questa nuova minaccia furono i nomi dei Fruitori che del potere del Monolite appresero i segreti e che covavano il subdolo scopo di eliminare ogni forma di Magia, diversa dalla propria, vivente al Mondo.

Le vicende che andarono a delineare la scomparsa di Superba intrecciano il proprio destino con quella calamità che si abbatté sulla Cittadella e che porta il nome di Nulla; pertanto riprenderò il discorso in un secondo momento per andare ora a trattare l’avvento di un’altra calamità che quasi sconvolse di più del Nulla il Mondo di Tenebra, rappresentato da Synodus Sanguinis: l’abdicazione infelice del Principe Clemence in favore dell’allora Apocalisse di Morte Aenighma, in quel filo invisibile che da sempre ha legato il Sinodo all’Armata di Tenebra.

IV – Il PRINCIPATO DI AENIGHMA E LA ROVINOSA CADUTA DELLE FONDAMENTA DEL MONDO DI TENEBRA

Il Regno del Principe del Mondo Antico Aenighma si costituì di numerose innovazioni trasgredendo, in gran parte, della memoria che il Synodus Sanguinis omaggia, come una sacra colonna portante che regge l`intero ecosistemi su cui ci esibiamo. Alcuni però sono i fatti degni di nota che valgono la pena essere commemorati, uno tra questi è la prima guerra di sangue tra il Synodus Sanguinis ed il Magisterum Noctis di Nospheratu Van Court.

Quella guerra fraticida portò alla luce dall`oscurità uno dei pilastri del Mondo di Tenebra, l`eroe che al tempo di questo memoriale è Principe di Eryx dei McAnders del Synodus Sanguinis, Damian “LouzerKnivess” Van Court. Egli ricostruì nel principato di Aenighma l`Ordine Militare Supremo dei figli di Veddharta, l`eredità dell`ordine della Caccia e della Fenice che caddero quando Aenighma salì al trono e venne, a Damian, riconosciuta la reliquia più importante della schiatta vampirica, la famigerata Synodus Vitae. Quando riportò la pace tra la società capitanata dal suo Sire ed il Sinodo, scelse il torpore; prima di poter assistere alla rovinosa caduta di quel mondo che lo acclamava come un eroe.

[…]

Il Principe Aenighma raccolse a se i Cinque Clan e abbandonò il Granducato di Lot in quell`era universalmente conosciuta come l`Esodo. I pochi vampiri rimasti non riuscirono a ricostruire il Synodus Sanguinis poiché gli antichi e la memoria di cui facevano carico erano spariti. Quei giorni vennero ricordati come i Giorni degli Infanti e segnarono l`avvento di diverse organizzazioni razziali che corruppero la memoria della nostra Chiesa traendo da lei ciò che era di loro esclusivo interesse.
Non ci volle molto tempo prima che queste organizzazioni raggiunsero, come l`apice, anche il declino, permettendo alla marcescenza della loro eredità di divenire un brodo primordiale per la nascita dell`Eresia che con il Suplicium Sanguinis prese una forma concreta.

La piaga più deplorevole che abbia mai colpito la schiatta della Rossa Rilucente di Grazia.

V – LA BADESSA RECLAMA IL SUO TRONO ­ IL II RINASCIMENTO

Il Synodus Sanguinis era ormai solo un nome, le terre del Granducato erano gremiti di giovani immortali che abbandonarono il culto della Storia, dimenticarono le gesta passate di quegli eroi che continuano a vivere nel tempo, una memoria incancellabile vergata con il sangue sulle terre che hanno avuto l’onore di accoglierli. In questo vergato si racconta la genesi odierna, quella che verrà tramandata d’ora in avanti, da sire ad infante in modo che mai più venga obliata. Questo vergato è l’emblema della memoria, il fulcro del sapere, e poiché sì, la storia è scritta dai vincitori, è il vanto di un organizzazione che si erge nell’olimpo del tempo conclamatasi l’indiscussa governante dei signori della notte.

Tutto ebbe inizio dopo molti anni che il Synodus Sanguinis cadde in rovina, è in quell’entropia miracolare che il susseguirsi di eventi imprevedibili hanno riportato l’ordine sulla Scacchiera di Tenebra rievocandola dal suo sacro sepolcro.

Era l’anno XIV del 7° mese quando, alcuni tra i rari eroi Veddhartiti che queste terre hanno ospitato, Eroi che noi veneriamo ogni notte e dei quali la memoria tramandiamo ai nostri figli, si svegliarono dal loro torpore, richiamati dallo stesso destino che li ha segregati nell’esilio dei sensi, per tornare a solcare le terre dell’Eone oscuro: MOT.
La memoria racconta di un giovane Lasuerte che, negli anni aurei, si prestò alle convenzioni della società vampirica;quel coacervo di dettami dogmatici che ogni vampiro, nell’ottemperanza del quieto vivere e del rispetto, si prestava all’ascolto. Louzer De’Louis sotto il principato di Victoria, anche detta Aenighma, scalò i vertici del Clan Lasuerte tra i plausi dei suoi confratelli che vedevano in lui un esempio da cui carpire insegnamento e lo stesso, quando il Synodus Sanguinis abdicò al suo trono sulla scacchiera di tenebra, si conclamò nuovo autocrate della società Veddhartita dando vita ad una delle organizzazioni più vasta e pericolosa del territorio, conosciuta da tutti come Suplicium Sanguinis.

Si, pericolosa, poiché seppur lo scopo fosse onorevole, è risaputo: il potere si riserba il diritto di corrompere l’animo più puro, soggioga le menti e guida le gesta degli uomini a lui sottomessi ed in molti casi, quando questi è in eccesso, riscrive quella storia che noi tutti vantiamo patrocinio, sommergendola nella macchia dell’ignobiltà e traducendola in un nuovo fraintendimento che inevitabilmente prolifica e si perpetua in eterno. Quella società vampirica che si presentava agli occhi degli ignari infanti con il gonfalone del Synodus Sanguinis, altro non era che l`eredità di un’organizzazione combattente che si destò dai più oscuri meandri di Tenebra con il nome di Sororis. Questo Clan perseguì le tracce dell’Arpia propagandando i dettami che le sue progenie, a loro dire, hanno divulgato nel mondo di Tenebra; istituito da Kernold, Infante del Primogenito McAnders LouzerKnives, di cui a breve si discuterà, erse un impero cui fama giunse li ove solo il Sinodo, nelle sue giovani notti, riuscì ad inoltrarsi. Infanti mal istruiti, guidati da leggende mal narrate o mai elevate a tale da noi, che corrotte dal verbo d’ignobili peccatori vampiri, diramarono il loro cancro nella sapienza delle schiatte immortali e ingarbugliarono quell’arazzo ancestrale cui noi ci eleggiamo conservatori, traducendo leggi, scritti, e sangue, sotto un ottica malnutrita di conoscenza.

La Badessa Lasuerte ELIZABETH, figlia di Amalthea l’Ortodossa, si destò dal suo aureo sepolcro abbandonando quel torpore che la accoglieva per mezzo del sangue del De’Louis, Dominus di quella società di cani sciolti, bramoso dell’ ordine lì, ove ora si erigeva solo caos. Lo scopo era chiaro agli occhi del De’Louis che anelò la guida dalla figlia di Amalthea in un momento in cui già il vociferare della corruzione di quel consiglio che ella stessa aveva istituito, serpeggiava nei bassi borghi delle società immortali. ELIZABETH accettò con grazia lo scranno alla destra della nuova guida Veddhartita ascoltando, valutando, e scrutando nel suo sapiente silenzio sin quando il fato non disintreccio le sue trame presentando, alla stessa, la belva, il Primogenito dei McAnders Damian Van Court, anche soprannominato “LouzerKnives”.
Vittima di una guerra territoriale che promosse contro una compagine di mannari capitanati da un saccente barbaro chiamato Leonida, per il volere dell’Eone di tenebra la sua anima venne rievocata e il fu Primogenito tornò a camminare su quelle lande dopo che le sue gesta fecero tornare vivo, nel timore delle razze, il nome della linea di sangue che ha sempre vantato con fierezza. Delle azioni degli Artigli in quei giorni, vergati nelle teche cittadine erano colmi; il Primogenito LouzerKnives dal suo risveglio non volle veder altro che l’ordine tra le fila immortali che lo richiamarono repentinamente alla guida dell’esercito Veddhartita mera eredità del suo trascorso – ed al suo seguito – uno dopo l’altro, i Vampiri più puri lo seguirono eleggendolo come nuovo baluardo in quei giorni che così bui, nel mondo di Tenebra, non si furono mai visti.

Gli Dei gridavano dal quella coltre di nube che eterna si pone il compito di oscurare il regno di Simeht riversando sul capo di ELIZABETH e LouzerKnives le loro amare lacrime nell’assistere a quell’incontro che il fato loro, aveva sussurrato profetico. Nei giorni che seguirono i McAnders tutti ricrearono quel branco che solo nei tempi passati poteva vantare simile lustro e fu loro il compito di imporre quei dettami che sono comuni a noi tutti, in quella società che di maschera pareva rispettare e tramandare ma che invece, per dar maggior potere al trono di coloro che la governavano, nell’ignoranza strategica mirata verso i loro subordinati, si esibiva oscuramente nella scempiaggine di tutto ciò che dall’edificazione del Synodus Sanguinis si è cercato di combattere: erano gli Eretici per antonomasia, l’antitesi e nemesi di tutto ciò che il Principe del Mondo d Tenebra ELIZABETH abbia potuto costruire.
La Badessa fu la prima ad accorgersi del marcio di quella società, ma nel silenzio attese, oracolo Lasuerte, lasciando tempo a LouzerKnives di veder ciò che attorno lui accadeva e fu così, quando venne il giorno, che il consiglio stesso che Damian aveva da poco tempo cominciato a servire, mostrò la sua corruzione reiterando quegli stessi peccati che condannavano; Cardinali, così si vollero chiamare, che tutt’altro erano cariatidi d’esempio o eroi da emulare per acquisir prestigio.
L’intera cerchia degli Artigli si ribellò al dominio del De’Louis e del suo concilio corrotto, si ribellò al dominio del Re di Mot soggiogato dal potere della sangue del Lasuerte, ­ Dominus del Suplicium Sanguinis­, e fece ciò che per loro è cosa naturale più del camminare: LouzerKnives riunì i McAnders, e la crociata inquisitoria ebbe dunque inizio.
Spargimenti di sangue, rapimenti, omicidi, i McAnders stessi che alzavano il gonfalone nel rispetto delle tradizioni si riservavano il diritto di trasgredirle; Un emulazione involontaria delle leggendarie gesta di Khan, che con la prima adunata della congerie dell`Ordàlia ripristinarono l`ordine nel Mondo di Tenebra.
Non vi era ostacolo o legge che non erano pronti ad infrangere pur di riportar ordine in quell’entropia che aveva accolto il mondo della notte ormai prossimo al declino.

La Badessa chiamò a se il suo Eroe per acquetarlo e riuscì nel suo intento; gli promise che l’ordine avrebbe nuovamente troneggiato sulla Scacchiera oscura e lo spinse a rivelarsi al Consiglio dei Venerabili. Fu allora che l’olimpo di Tenebra rivelò la sua natura d’infante, la sua natura corrotta e da li ebbe inizio la fine.
Una notte ELIZABETH venne convocata dall’Arconte del Sangue del Suplicium Sanguinis ed ella volle portare con se il suo Primogenito come garante per la sua sicurezza. La mancanza di rispetto che l’Arconte Raissaje mostro ai due Venerabili fu l’apice del declino, abbandonarono la Spiaggia ove si erano presentati, ed entrambi lasciarono la società del Dominus De’Louis.

Per mesi scomparirono dalla vista di alcuno, le teche non parlavano altro di quella fantomatica caccia di sangue verso il Primogenito, l’intero regno di Mot e le sue corporazioni si mossero per la sua cattura poiché le trame del De’Louis erano insinuate ovunque. ELIZABETH e LouzerKnives cominciarono a chiamare a loro gli antichi venerabili, gli Eroi che tutt’oggi veneriamo, le cariatidi del Synodus Sanguinis ed esso si ridestò dal suo lungo torpore. La Badessa ed il suo guerriero ebbero la vittoria.

Ma la pace non fù duratura, le due fazioni si divisero i domini. Il Granducato di Lot per il Synodus Sanguinis e Mot per il Suplicium Sanguinis. La guerra permeò per anni.

VI – IL SANCTUM SANGUINIS

Arrivò il tempo della pace. Synodus Sanguinis e Suplicium Sanguinis vollero incontrarsi per trovare un mezzo per estinguere la guerra fraticida che poco a poco li stava uccidendo. Venne istituito un Consiglio Vampirico in grado di regnare sull`intera schiatta ed il Synodus Sanguinis ed il Suplicium Sanguinis trovarono rifugio in un trattato che promuovette la nascita del Sanctum Sanguinis conferendo lui il potere di regnare sull`intera schiatta del sangue.

Vennerò elevati nuovi Primogeniti e riorganizzati gli ordini al solo scopo di perpetuare con efficacia il potere legislativo ed esecutivo in capo alle tradizioni del sangue ma come la storia ci insegna, nel branco un solo capo può ardire il comando e tra i due McAnders non si potè trovare la pace.

Dmitrj Von Klaust coordinò i suoi fedeli infrangendo trattato e tradizioni accusando il Sinodo di volersi appropriare di quei beni che appartenenvano a ciò che un tempo venivano chiamate Erinni. Il culmine dell`eresia partorità dal Von Klaust fu inquisire i leggitimi Primogeniti del Synodus Sanguinis sventolando in alto nel cielo il gonfalone del Suplicium Sanguinis. Dall`altra fazione il Comandante dell`Ordine della Caccia e della Fenice, LouzerKnives raccolse in forze i suoi fedeli soldati nell`obbiettivo di emulare Khan e le sue gesta e riportare nel mondo la pace con l`unico mezzo perpetuabile da un McAnders: La guerra.

Il Sanctum si spezzò e le due realtà tornarono ad essere due realtà separate. Alcuni Eterni decisero di seguire l’egida del Von Klaust ma altri, decisero di seguire il Synodus Sanguinis, scoprendo in esso la verità assoluta.
La prima Società Eterna del Regno fece tuonare la propria autorità richiamando grappolo di Eterni, pronti per una nuova epoca.

Vi fu disordine nel Mondo di Tenebra, i vampiri riperpetuarono l`antica battaglia per la fede e quella crociata inquisitoria finì nell`epoca del Terzo Rinascimento del Synodus Sanguinis che segnò anche la caduta in battaglia dell`Eroe LouzerKnives, una caduta che segnò anche l`inizio della nuova era che è stata consegnata ai giovani immortali.