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La Genesi del Mondo della Notte

CONSIDERAZIONI SULLA GENESI

Non mi interessa sapere se abbiate fede, né se abbiate votato la vostra esistenza a far proselitismo per una data divinità. La nascita dei Vampiri va, per ovvie ragioni, ad intrecciarsi con il mito, con la genesi secondo tutte le scritture ritenute sacre, con gli Dei.

La leggenda narra così:

La mia documentazione deriva da un attento quanto ormai passato studio dei documenti riguardanti la genesi delle Terre di Extremelot. Ci concentreremo in questa narrazione sulla primogenita della divina coppia: Veddharta, Eterno rispetto per la nostra Signora, che fu, per fortuita o avversa sorte, la genitrice di noi Fratelli, come noi Vampiri siamo soliti chiamarci tra noi.

Facciamo un passo avanti; saltiamo le inutili peripezie che i Religiosi ci propinano in merito alla nascita di questa o quell’altra razza e concentriamoci sul modo in cui la Dea Themis punì le sue figlie gemelle, costringendole ad un’esistenza di eterna condanna, rivelando quel suo lato oscuro e tirannico che ancora molti dei suoi proseliti non riconosco.

“(1) visse a lungo nei cieli e vedeva le figlie risplendere di (2)celestiale fulgore ma nel suo cuore fece ben presto strada il (3)presentimento che la natura del loro padre le avrebbe richiamate prima o poi. I (4) lustri si susseguivano in pace e Simeht pareva essersi assopito al centro del mondo. Una(5) notte Veddharta e Ygharù si destarono al suono di una voce che (6)cantava le meraviglie del mondo e del Creato. Le gemelle, colte da profondo(7) desiderio di vedere (8) disubbidirono per la prima volta alla Madre e (9) scesero sotto spoglie mortali nel Mondo. (10)Conobbero le genti e le razze celate agli occhi di Themis. La madre ansiosa piangeva la loro scomparsa, temendole preda di Simeht. (11) E furono piogge e tempeste, ignorando che fossero sulla terra. (12) Mandò una legione di Angeli alla loro ricerca. Le due sorelle erano guidate dalla voce che avevano udita nei cieli, (13) giunsero in una caverna oscura e vi trovarono un avvenente giovane che le fece innamorare di sé; e allora (14) gelosia, invidia e odio invasero quegli animi puri, prima una e poi l`altra (15) giacquero con il giovane, corrompendo il loro spirito e il loro corpo. Simeht fece in modo che, con la magia, Shierak assumesse sembianze piacevoli e lo costrinse a sedurre le proprie sorelle per strapparle alla grande Madre. (15) Così fu. Le gemelle (16) dettero libero sfogo alla parte più oscura della loro natura e (17) osarono alzare lo sguardo sui cieli e inveire contro la Madre. Il potere (18)dei quattro fece assopire l`amore divino nel nucleo della legione angelica e li assoggettò al loro servizio trasformandoli nel profondo grazie alla loro malvagia natura divina, e (19) gli Angeli così deformati furono come schiavi e furono chiamati DEMONI. Ecco che (20) la Madre vide e conosciuto questo scempio pianse e venne travolta dalla rabbia: (21) solo quattro lacrime sgorgarono dai divini occhi, e furono (22) nere come la più terribile delle notti; quelle lacrime erano flagello e punizione per la terra, quelle lacrime (23) divennero Quattro Cavalieri immortali e le popolazioni della terra (24) li chiamarono con il nome della maledizione che recavano. (25) Uniti erano distruzione e terrore; separati essi furono (26) Carestia, Pestilenza, Guerra e Morte. I Cavalieri si (27) scontrarono contro i Demoni e li annientarono decimandone le schiere, ma essi cercavano altro, cercavano le Sorelle, il Fratello e il Padre. Nulla avrebbe fermato l`Apocalisse , nulla avrebbe taciuto l`ira della Dea (28) fino a che i rei non fossero stati dinanzi al suo cospetto. Le razze, ormai al limite della sopravvivenza, implorarono la Madre ma (29) la Madre non era più misericordiosa e rimase in silenzio, guardava le tre Lune e in esse vedeva i volti dei figli perduti. E pianse e si adirò e la terra fu prossima al collasso; quando, (30) il più codardo dei Demoni superstiti, spaventato da tutta quella distruzione e braccato dalla Morte (31) rivelò il nascondiglio dei Quattro. E le nere (32) lacrime della Dea trovarono i colpevoli nelle viscere della terra, nella dimora di Simeht. E (33) i Cavalieri dell`Apocalisse condussero i colpevoli dinanzi alla Dea.”

Potete ben vedere, miei lettori, come la Grande, Misericordiosa e Magnanima Signora dei Cieli, la Dea Themis, sia in realtà un essere preda delle emozioni; quegli stessi sentimenti che noi Fratelli abbiamo imparato a sopprimere: in fondo, abbiamo già superato in potenza lo stesso Io Themis.

Non penso che servano commenti per questo brano, pertanto non ne farò altri, aspettandomi che le vostre teste lavorino da sole per giungere alle corrette e necessarie conclusioni del caso.

Continuano gli antichi testi:

“Simeht venne condotto nuovamente nel centro della terra ed i sigilli con cui fu (2) rinchiuso furono la fusione di sei Angeli maggiori, ed altrettanti furono messi a guardia della porta della sua nuova prigionia e nere le loro ali per distinguerli per il fardello che dovevano sostenere. Ed egli, consapevole della sua sconfitta, (3) era furente di rabbia, e dalla sua rabbia generò (4) Magma, che smuove le interiora del mondo, attentando alla creature viventi. Themis (5) guardò Shierak e vedendolo deforme e incapace di provare sentimenti ne ebbe (6) compassione e lo lasciò andare, ed egli trovò rifugio su delle impervie montagne. Infine gli occhi della madre si posarono sulle (7) due dilette figlie ma essi erano di ghiaccio ed ella era risoluta. Themis (8) percosse Veddharta e Carestia la infilzò con la sua spada, Veddharta cadde sulle ginocchia e (9) Morte le fece bere il suo sangue, ma (10) lei non morì poiché era figlia di Themis e venne scacciata sulla terra; aveva assaggiato la Morte ma (11) era sopravvissuta; la Dea la punì maledicendola (12) con l`eterna sete e l`eterno pellegrinare. E Veddharta fu sola, e rifuggiva gli occhi delle razze perché (13) la maledizione che gravava su di lei era portentosa. La sua solitudine la spinse però a ricercare la compagnia di chi si nutriva ed ecco che uno dopo l`altro (14) donò il bacio oscuro a (15) cinque discepoli ed essi bevvero da lei, come lei aveva bevuto da loro ed (16) essi provarono la Morte, ma senza morire e furono chiamati VAMPIRI. (17) Non vivi, non morti, qualcosa di mai visto prima, (18) rifiutati dal cielo e eternamente erranti. (19) I cinque iniziarono a vagare, (20) il sole che era visione della Dea li indeboliva e iniziarono a vivere di notte e a nutrirsi degli Umani, poiché a loro erano simili, (21)ma essi vivevano a differenza dei figli di Veddharta. E (22) Veddharta, stanca per il peso di quell`anatema si assopì in un sonno profondo mentre i cinque (23) sparsero quel morbo nelle terre di Extremelot (24) creando ognuno la propria discendenza secondo la loro originale natura. E i loro nomi erano quelli di ragni, (25) poiché intrecciavano la loro tela in silenzio, signori del Tempo e degli animali immondi.”

E fu dunque così che, per scherzo del Destino, l’anatema della Grande Themis divenne la verga con cui il popolo del Mondo di Tenebra percuote ancora oggi il gregge di quegli umani che noi chiamiamo Otri, poiché sono soltanto recipienti di nutrimento.

Grande è il Nostro rispetto per le consuetudini, poiché solo da Esse, Il Popolo Eterno può trarre la forza per mantenersi in costante stabilità in quella deriva cui il Tempo lo risospinge.