Spero non ti sia fatta male cadendo giù da quel tetto. Sai è difficile fuggire ad un segugio e difatti eccomi qui davanti a te e alla tua fottuta gamba fratturata. Forza, non abbiamo molto tempo per parlare, i miei fratelli stanno arrivando, li percepisco.
Non c`è bisogno di piangere, non sei mica morta…Ancora.
Hai dimostrato un bel coraggio a dire il vero: quando abbiamo assalito il tuo uomo nel bosco lo avevi già dato per spacciato, avevi – attenzione alle mie parole – visto l`epilogo di quell`attacco e te la sei data a gambe levate per riuscire a sopravvivere.
Non farmi ridere, è stato esilarante dannazione, davvero! Aspetta che lo racconti al mio Sire.
Ma cosa diavolo ci facevate nel bosco? Secondo te come sarebbe potuta andare a finire una serata del genere, non ve lo siete chiesto?
Dove stai strisciando? Vieni qui non ho finito di parlare, non puoi andare da nessuna parte! Dannazione lo so che sei consapevole che chi ti ha assalito è un essere sovrannaturale, lo leggo nei tuoi occhi tremanti, rassegnati al tuo destino: Usa un po d`intelligenza, sei spa-ccia-ta. Li vedi questi artigli? No tesoro, non sono per niente umani!
Facciamo così, ti darò un opportunità. Verrai con me, ti presenterò al mio Principe così berrai il mio sangue e vi salverò, il mio Branco non ti toccherà o almeno non lo farà se ti reputerà all`altezza di farne parte. Domani notte ti sveglierai come una Donna nuova, intraprendete ed autonoma come hai sempre desiderato, come quando hai deciso di frequentare quell`imbecille sparpagliato in tre quarti del mio bosco, lasciando tuo marito a casa con tuo figlio e vedremo cosa ne sarà della tua famiglia quando ti risveglierai colta tra i primi crampi della tua fame. Ti piace come inizio della tua nuova stramaledetta avventura?
Lascia stare, mi hai già annoiato. Forza, ricomponiti e smettila di tremare. Rialzati in piedi e scappa, ti darò un ulteriore vantaggio.
L`Alba è vicina e noi adoriamo le sfide.
(Uri) Úghaire Mac Andersen, Primogenito di Elgrimm Eryx della Città di Kmuth
Tratto da un dialogo con una sua preda la notte prima di essere ucciso nel grande rogo che illuminò le montagne adiacenti alla città di Kmuth per settimane.
Memorie di un Mercenario
La caccia…v`è forse gioco più sublime?
Districarsi tra i selvaggi arbusti della foresta,
cercando in lei e nei suoi figli la vera comunione.
È lì che la vidi nuda e fulgida di splendore,
accarezzata dal violento scroscio d`una cascata,
e celata dal mistero di alberi rigogliosi e fitti rampicanti.
Il sole la baciava purificandola dei suoi caldi bagliori,
e lei mi spogliava d` ogni velo che vestiva la mia natura.
Insieme venni travolto da amore, desiderio e paura.
Era immacolata e travolgente, una visione sublimata nel terrore.
Fu troppo, e sconfitto me ne andai tornando da mia madre,
Sapendo che lei in silenzio osservava il mio cuore giudicandolo.
Il giorno dopo reiterai ripercorrendo lo stesso sentiero,
falciando quegli stessi arbusti dove era certo l` avrei rivista.
Lei dove la ricordavo mi aspettava, ancora fulgida di splendore.
Lei mi amava ed io amavo lei.
Lo lessi nella malinconia del suo sguardo, come lei lo lesse nel mio.
Ma il sospetto di mia madre era tale da costringerla a seguirmi e scoprire.
Scoprire che suo figlio, il più efferato, sotto quella cascata peccava d` amore.
La sua pelle si trasformo in un niveo mantello,
Le sue mani si armarono di feroci artigli,
Le sue labbra non avevano amore ma fauci violenti.
Allora seppi che era lei.
Lei che di me aveva visto la caccia e l` aveva fatta sua.
Lei aveva preso il meglio di me e me lo strappò via dal petto.
Ora non capisco cosa stia accadendo, sono confuso.
Sento la rabbia divampare in me come alimentata da pece e sterpaglie,
Il mio volto, il mio corpo…anche la mia pelle si trasformò coprendosi di pelliccia ma essa non è nivea ma nera…
Feroci artigli si dilungano selvaggiamente dalle mie mani,
fauci violente aborriscono il mio volto.
E la caccia…
V`è forse gioco più sublime?
Elgrimm Eryx
(01)Rifuggi dallo sguardo del Lupo,
(02)non è tuo fratello,
(03)non è tuo amico.
(04)Ha le tue doti e vuole il tuo dominio.
(11)Affonda le tue radici nella foresta e non nella civiltà,
(12)poiché essa parla alla bestia e la bestia parla ad essa.
(13)E` compito della foresta insegnarti a controllarla.
(14)Non è compito della città insegnarti a liberarla.
(21)Nutriti del sangue di chi ti è più forte,
(22)Nutriti del sangue di chi hai abbattuto,
(23)Solo nella caccia sazierai la bestia della sua vera fame.
(24)La mia.
(25)Non abbraccerai giovani, i malati, gli infermi o gli alienati.
(26)In questo modo condannerai il mio sangue,
(27)il mio sangue condannerà te.
(28)In questo modo non troverai scampo dal giudizio dei miei figli.
(29)Dal mio giudizio.
(30)Non lasciate che dicano che la dinastia dei McAnders è disonorevole
(31)non lasciate che dicano che siamo vigliacchi.
(32)non lasciate che dicano che non siamo leali.
(33)Voi, i Figli della Bestia, i figli dell’oscurità
(34)siete i primi tra i Fratelli
Cavaliere del Drago,
Non mi nascondo dietro la preterizione di tacervi quanto in me arde il desiderio di rendervi partecipe di un mio pensiero e spero vivamente che ne cogliate ogni sillaba.
Ho taciuto quella notte in cui vidi voi e il Lupino rotolarvi nel fango; un debole coniglio tra le esiziali zanne di una tigre turbata, innamorata oserei dire. Mi ha incuriosito il modo con cui la stessa fosse pronta ad immolarsi pur di giocare con voi, come la stessa ha proclamato il suo patrocinio sulla vostra vita, come a spada tratta si è posta in difesa della sua preda, incurante dell`oscuro periglio del mio sangue. E` il sacrificio che mi incuriosisce; Voi stesso cominciate ad incuriosirmi.
Apparite come un uomo forte, incapace di arrendersi; un guerriero pronto ad affrontare il suo Dio con le fauci di una bestia invero vi ho scoperto. Siete un debole ed è per me il vincolo di crescere il vostro spirito, di rendervi risoluto, valente. Per me non esiste certame più appagante di trovare una preda che mi faccia sentire vivo – Che ossimoro, non trovate? – E` per questo che vi ho incontrato ieri, per spogliarvi delle vostre debolezze dandovele in un fottutissimo sacchetto di canapa.
Credetemi quando vi dico che avete fatto incazzare la persona sbagliata, Cavaliere del Drago.
Dalla corrispondenza di Damian “LouzerKnives” VanCourt, Gheronte McAnders del Synodus Sanguinis
La notte prima dell`abbraccio del suo infante Suerte, a cui ha consegnato in un sacco la testa della Regina dell`Orda.
Dalla Bacheca Ducale – Ragnarøkkr [VAMPIRI – MANNARI]
Aluka,
Inizio questo mio discorso incalzando con l`antico canto della nostra razza, lo stendardo che con orgoglio e dolore abbiamo intonato nel presentarci, con la mera consapevolezza che chiunque lo avesse ascoltato avrebbe risposto per ogni parola o sillaba mal pronunciata.
Aluka è il mio vanto, è il mio passato, il mio presente ed il mio futuro,
Aluka è mio figlio, mio padre, il mio retaggio.
Aluka è il mio nemico più fiero, il mio avversario più temibile.
Aluka sono io,
Aluka sei tu, mio fratello.
Ragnarøkkr è sorto tra le trame del tempo ed acclama l`esito finale.
E` giunto il tempo di estirpare dal creato i figli della fulgida di Splendore, Ygharù.
E` giunto il tempo di alzare le spade per onorare i nostri fratelli uccisi.
E` giunto il tempo di eliminare definitivamente ogni traccia del peccato della Lupa Bianca nel Regno, sradicare come una radice malata la sua schiatta dalla terra.
Ogni sangue Mannaro sarà pesato, giudicato laido ed infine abbattuto.
Non si faranno distinzioni tra uomini, donne o bambini; tra soldato o levatrice, ogni Garou incontrerà inesorabilmente la sua rovina e con loro chi si presenterà loro propugnatore; le loro teste penzoleranno sino a decomporsi dagli annosi alberi del Bosco dei Lupi, lasciati a putrefare sicché la loro stessa linfa sarà la peste che colpirà il loro tempio e il loro tanfo canterà per mesi e mesi la loro sconfitta sino ad obliarsi come i loro nomi, le loro storie ed io oggi Rido poichè sono latore del futuro, padrone del tempo e mi appagherò della consapevolezza che i Mannari esisteranno solo perchè noi ne avremmo ricordo.
Le nostre gesta saranno uno stendardo per il nostro sangue, Monito ad ogni creatura che la nostra stirpe impera, e che ottemperiamo alla promessa di pulizia che abbiamo intonato all`alba della nostra era.
Concluderemo questo certame una volta per tutte, e tutto questo sarà possibile solo ed unicamente grazie a te.
Per un solo giorno o per quanto questo canto echeggerà tra le vie del regno ti chiedo di non intonarne altri al fraticidio, ti chiedo di riunirti con i tuoi pari per onorare il tuo sangue poichè il tuo ventre come il mio è ancorato da un sottile filo cremisi a quello della Primigenia Madre, la Rilucente di Grazia, la Rossa Signora.
Per un solo giorno abbandona lo scudo della tua corporazione, Per un solo giorno ritarda la tua missione, per un solo giorno svestiti dai doveri del tuo Clan, Per un solo giorno unisciti a me, unisciti ai tuoi fratelli e definiamo una volta e per tutte il peso della loro rovina.
Offrimi la tua spada, ti ricompenserò con un nuovo mondo di cui tu, fratello mio sarai indiscusso imperatore.
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Gheronte Damian Van Court
Tuo Fratello
Scorci di un Abbraccio.
Ascoltami bene, è semplice il concetto. Noi siamo registi egoisti in un ambiente deterministico, il libero arbitro come tu lo intendi non esiste e te lo dimostra il fatto che tu non volevi uccidere nessuno eppure le tue azioni hanno portato ad una, ed una soltanto inevitabile conseguenza.
Quando facevi l`amore con quella cagna che riposa a pezzi in questo sacco scommetto che eri tu a spogliarla, e lei spogliava te.
Ma una volta che avevate finito di divertirvi vi siete mai aiutati a rivestirvi? Prenditi il tempo per riflettere su queste parole ma No, non serve una risposta amico mio.
Egoisti, fino all`ultimo; E` la natura umana. Operiamo in diversi modi, utilizziamo diversi mezzi al fine di ottenere ciò che vogliamo coprendoci con una maschera di nudo altruismo da cui costantemente trapela l`odore marcescente di una menzogna talmente immensa da essere essa stessa vestita di candida verità.
Questo è ciò che intendo quando asserisco che nessuno ti aiuta dopo che ti ha fottuto.
Ora scava la tua fossa e stai tranquillo ti seppellirò, non permetterò ai lupi di fare a brandelli i vostri cadaveri…o forse no?
Il mostro dell`Est
Dal diario di Riot, Umano
” (…) Avevo freddo. Lo percepivo nettamente, ma stranamente non mi turbava. Non sentivo brividi frementi sulla pelle, non tremavo. Eppure quell`alito algido mi respirava sul viso, come un sospiro profondo e dolcemente impetuoso, vibrante di un leggero lamento. Spalancai piano gli occhi, ed il mio sguardo si riempì della pece del nulla, di un infinito privo di contorni e forme. La testa mi faceva un male cane, ed ondeggiavo nell`inchiostro di un torbido oblio con una sola ed unica inquietante certezza: avevo perso coscienza di me stesso. I miei sensi assaporavano una stasi perfetta ed io andavo semplicemente alla deriva, in balia di una corrente a cui non potevo, non volevo oppormi. La mia mente era arida, svuotata di ogni ricordo. Fu la desolazione tutto intorno a me a corrompermi dentro, la puzza di vomito e di sangue raggrumato sulle mie vesti lerce a straziarmi e a riscuotermi con brutale violenza. Spalancai le labbra per urlare ma non avevo fiato, ed invece di un grido d`aiuto fuoriuscì altro vomito; e poi finalmente sentii i loro gemiti, le loro suppliche, quel coro petulante di schiavi, che ruppe d`improvviso gli argini della mia mente. La mia voce si unì a quello straziante concerto. Ero in gabbia. Ero uno di loro. (…) “
” (…) Sono un uomo che cammina sulla linea di confine tra la vita e la morte, che è stato svuotato di tutte le sue lacrime ed i suoi sogni. Le notti di neve ed il passato non hanno più alcun significato. Ma ricordo che mi piaceva aspettare quella neve, percepire il suo delicato gelo sul volto e tra le dita, sentirlo annidarsi sul mio petto ed ancora più dentro, nel mio cuore. Lo facevo per provare a capire cosa accade quando si muore. (…) “
Simposio della morte – Il pasto della bestia
Sic Est. Sic Sit.
RITO DELL’ABBRACCIO MCANDERS
Immaginate di essere immersi nella fitta vegetazione ove l’unica luce che intaglia il mantello della notte è concessa dalla Luna nuova. Una densa nebbia che vi abbraccia fino alle caviglie, arbusti, felci ed una silenziosa opera musicale che la fauna notturna presta a cornice del dissacrale atto che si sta compiendo. Quattro barbari sono disposti a formare un quadrato. Vestono i loro trofei di caccia ed indossano una maschera che rispettivamente simboleggia uno dei quattro elementi della natura. La prima raffigura uno Sciacallo ed è il simbolo della terra, dell’istinto. La seconda interpreta uno Squalo ed è simbolo dell’acqua, la ferocia. La terza è un Aquila e simboleggia l’Aria, il controllo. la quarta maschera raffigura il Bufalo ed è simbolo del Fuoco, della forza.
Circondato dai quattro Vampiri vi è l`eletto: un umano impegnato a scavare una fossa sepolcrale che presto lo accoglierà. La sua opera è accompagnata dal inneggiare dei quattro che invocano la Belva e la sua benedizione su colui che è stato scelto per divenire un nuovo signore della notte. L’eletto giurerà e donerà il suo tributo in sangue ai quattro vampiri, alle quattro forze che loro rappresentano e loro lo ripagheranno con il loro velenoso sangue immortale. Nel momento della sua morte l’umano sarà sepolto, la terra abbraccerà la sua trasformazione e se questa avrà successo il nuovo vampiro dovrà farsi largo tra il terriccio e combattere sin dalla sua nascita per la sua sopravvivenza risorgendo dalla terra come nuovo essere. Verrà seguito dall`intera stirpe, ed è tradizione che per la prima caccia si muova l`intera tribù si da rafforzare quella fratellanza che è prerogativa del branco chiamato “dei McAnders”.