VENILIA

IL GIGLIO D'AMBRA

Che vengano ricordati come atroci assassini che amano giocare con le loro vittime oppure folli scienziati dalle menti distorte, i Venilia sono universalmente conosciuti a tutte le latitudini come i Dotti della Razza della Notte. Se c’è una cosa in cui le Arpie sono maestre, in effetti, questa è la collezione di conoscenze e saperi, che vengono venduti al miglior offerente – anche esterno al Mondo di Tenebra se ritenuti non di utilità per la Razza – oppure celati sino al momento opportuno. Nessuno riesce a mantenere così tanti, pericolosi segreti come questa schiatta di immortali.

Lo studio dell’anatomia, dal punto di vista medico tradizionale e non – unito ad alchimia e negromanzia, tutte discipline in cui le Arpie eccellono, sino al traffico con le Anime di coloro che più non sono, branca mistica che nelle Notti Odierne ha interessato sempre più le Arpie – hanno reso questa Stirpe la più gelosa custode non solo del Segreto del Vampirismo e quindi, per rovescio della medaglia, la più intransigente per ciò che concerne l’Abbraccio di nuovi infanti, ma anche e soprattutto gli innovatori e rivoluzionari – dal punto di vista teorico – dell’intera Razza.

Sussurri sempre più insistenti corrono nelle Corti vampiriche, riportando voci che narrano di tentativi – o forse successi? – di miscelare il Sangue Vampirico col fine di creare nuove razze immortali a loro asservite: intrappolare il potere dell’anatema divino e con esso infettare corpi a questo immuni…che sia veramente questo il fine ultimo che, dalla notte dei tempi, le Arpie vanno perseguendo? La domanda rimane aperta, poiché pochi conoscono veramente quali alte vette di scienza questi immortali stiano tentando di raggiungere. Lo stesso carattere schivo e chiuso che contraddistingue la maggior parte dei Venilia, così come il loro modo di fare distaccato e quasi disinteressato per ciò che concerne politica e giochi di potere, certo contribuisce ad aumentare l’aura di mistero che aleggia attorno alla Progenie di Sarea.

Dolore, paura, sadismo e freddo raziocinio sono senza alcun dubbio gli aggettivi che più comunemente sono stati accomunati a questa schiatta di non-morti, veri e propri démoni che hanno, semplicemente, rotto ogni legame anche di facciata con gli umani che un tempo erano atti per servire la causa della loro particolare ed oscura scienza. Il ripudio di ogni umanità si traduce nei fatti in una sorta di disinteresse verso tutti quei comportamenti che i vampiri attuano per celare la propria natura agli umani: piuttosto che confondersi con le prede, difatti, i Venilia tendono a manifestare la propria natura non-morta in maniera silenziosa ma decisa, anche a causa della presenza lugubre che i più insensibili degli umani riescono a percepire entrando in contatto con questi Congiunti. L’involucro umano di cui la loro anima è rivestita non impedisce quindi alle Arpie di compiere esperimenti apocrifi ed indicibili ai danni di consimili – sciocche cavie spesso consenzienti, almeno a detta dei Venilia interrogati in merito – e di altre razze.

Proprio a causa della necessità di trova materiale organico per i propri esperimenti, il più alto tasso di sparizioni tra immortali e mortali, di qualsiasi razza, è riscontrato nelle città dove le Arpie hanno i loro rifugi più antichi. A ben poco sono serviti nel passato i tentativi di epurazione di cui questa schiatta di vampiri, ed anche quando il malcontento è quasi degenerato in sommosse ai loro danni, inspiegabilmente difatti pochissimi Voivoda Venilia ne hanno pagato il prezzo. I Van Kunst – che a quanto sembra hanno molto di che parlare in proposito – sostengono che numerosi Principi del Mondo Antico, soprattutto tra i Von Macht, debbano favori alla Progenie di Sarea e che, anche per questo motivo, le Arpie siano riuscite spesso a scampare alle giuste pene per i reati a loro imputati. D’altro canto è opinione comune – forse una voce messa in giro dagli Antichi Venilia stessi – che nei covi delle Arpie si stia lavorando da tempo ad una “cura” per debellare la piaga della licantropia: certo non sono pochi i Principi che accetterebbero – o hanno già accettato, forse – di barattare la propria omertà per un’arma finale da impiegare contro i Nemici Giurati della Razza della Notte…

Ogni conoscenza acquisita dalla Stirpe viene dispensata al resto della Società, o almeno questo è quello che vanno dicendo da sempre i Venilia: in realtà tutti coloro che hanno avuto a che fare da vicino con le Arpie sanno perfettamente che il prezzo da pagare per il sapere è assai alto e che ogni informazione viene ceduta solo in cambio di qualcosa di pari ed eguale valore o di un favore, solitamente riscosso dopo molto tempo, che il sovrano dovrà fare al Venilia che quasi sempre preferisce questo “pagherò d’onore” alla moneta sonante. Questo modo di fare e vedere i rapporti con gli altri in generale sembra essere una sorta di trasposizione comportamentale del principio dello scambio equivalente, dictat alla base dell’Opera Alchemica, in cui da sempre le Arpie si sono distinte.

Attraverso i secoli pare che alcuni tra i più antichi Venilia siano riusciti a raggiungere, nell’oscurità dei loro laboratori, la vetta di tutte le Scienze, creando quella che loro chiamano “Conoscenza del Sangue”: una forma di comprensione che trae fondamento appunto da alchimia, negromanzia, medicina e molte altre antiche discipline che i più sciocchi tra i mortali ed i fratelli credevano perse con la distruzione delle più importanti biblioteche del passato. La smoderata ambizione Venilia avrebbe forgiato – in sostanza – un potere che non può che essere rispettato e temuto da chiunque abbia un briciolo di lungimiranza. Ad ogni modo chi ha avuto modo di scoprire qualcosa dei traffici segreti delle Arpie – rimanendo in vita per raccontarlo, s’intende – vede certamente questa Stirpe con altri occhi, poiché sa perfettamente quanto questi esseri siano pericolosi. Tale disciplina, comunque, pare più che altro simile ad un mito e, ammesso e non concesso che sia mai esistita, è probabilmente andata perduta nel tempo, amministrata e dispensata con parsimonia da Vampiri leggendari che, per antichità, rasenterebbero poteri quasi assimilabili a quelli dei Cinque Padri.

Se certo è comprensibile che, a causa di della loro indole particolarmente efferata e di tutti i saperi di cui le Arpie sembrano essere custodi, i Venilia non siano affatto benaccetti nei villaggi umani, è altresì vero che la diffidenza è spesso alla base anche dei rapporti con gli altri Vampiri. D’altronde solitamente chi si avvicina troppo ad un’Arpia ed al suo Laboratorio difficilmente ne esce illeso: trafficare con un membro di questa Stirpe può costare molto caro!

Malgrado tale nomea permanga ancora inalterata – almeno tra i più antichi della Razza – la storia recente ha consegnato ai Venilia su un piatto d’argento la possibilità di riscattare il proprio buon nome: la debellata Piaga di Kmuth, unico morbo conosciuto in grado di infettare le carni immortali dei Fratelli, ha risvegliato l’interesse delle Corti per i l’antica genía Venilia. Appare chiaro, difatti, che nel caso in cui una catastrofe di simile entità dovesse ripetersi, le oscure scienze delle Arpie potrebbero rappresentare la chiave di volta per la salvezza dei Congiunti tutti. D’altro canto alcuni Lasuerte e Von Macht tremano all’idea che la Stirpe di Sarea possa giocare un ruolo tanto importante per il futuro della Razza della Notte: è veramente plausibile che questi scienziati immortali siano in grado di imbottigliare e sintetizzare veleni e pozioni di tale potere? I Van Kunst, dal canto loro, non sembrano avere alcun dubbio sulle reali capacità della Stirpe di Sarea, canticchiano da tempo stornelli strampalati sulla possibilità che proprio i Venilia abbiano scatenato la Piaga di Kmuth sul Mondo di Tenebra o si siano lasciati sfuggire cavie che hanno poi unto il mondo di epidemie e piaghe che hanno decimato le armenti.

In generale – occupati nei propri studi – i Venilia mantengono un comportamento disinteressato verso il resto delle Stirpi, preferendo risolvere le noiose faccende mondane in maniera sbrigativa, spesso pagando mercenari che facciano il lavoro sporco per loro o avvelenando chi si pone sulla loro strada. Tra tutti i Vampiri, difatti, i Venilia sono quelli che meno amano lo scontro, preferendo piuttosto raccogliere cadaveri per i propri studi, invece che passarli a fil di spada quando questi sono ancora vivi.

Il vero motivo per cui questa genía così potente ed al contempo isolata abbia deciso di affiliarsi al Synodus rimane ancora un mistero: le Arpie, dal canto loro, hanno sempre dichiarato di rispettare la Società dei Fratelli perché amanti dell’ordine e della disciplina, rifuggendo le malelingue che le vedrebbero ree di tutti i crimini sopra citati ai danni delle Consuetudini.

La Morte Ultima della Capostipite Sarea, seppur avvolta dal più totale mistero, sembra essere uno dei pochi segreti che la Stirpe non sia riuscito a contenere: non si hanno in effetti notizie di nuova progenie diretta dell’Antica da tempi immemori, ma una lacunosa analisi storica dell’albero genealogico Venilia non può certo essere considerata una prova schiacciante della scomparsa del Fondatore della Linea di Sangue. Quel che è certo è che tutte le Arpie paiono soffrire di un complesso di inferiorità nei confronti delle altre stirpi che difficilmente riesce ad essere celato ed alimenta questo status. Tale rancore può arrivare a sfociare in vere e proprie aggressioni e rapimenti verso coloro che, sciocchi, hanno l’ardire di toccare l’argomento di fronte ad un’Arpia. Oracoli Van Kunst suggeriscono che proprio il tentativo di riportare dall’Ade la Grande Sarea sia alla base delle ricerche della Stirpe, ma i Venilia non hanno mai confermato le fandonie dei Folli: quel che certo appare singolare e che potrebbe conferire veridicità a tale teoria è il tasso stranamente alto di Arpie che – prima o dopo l’Abbraccio – si sono avvicinate nelle notti odierne al culto di Ade, pestando i piedi a quei Lasuerte che sin da tempo intrattengono rapporti con le Gerarchia dell’Altro Mondo.


LOGGIA VENILIA

Le Arpie sono la famiglia più compatta del Mondo di Tenebra: per tenere serrati i propri ranghi e ridurre al minimo la fuga di informazioni gli Antichi di questa stirpe avrebbero difatti messo in atto spaventose pratiche alchemiche che, ormai da millenni, rendono la gerarchia interna pressoché blindata.

Secondo quanto si racconta, dando peraltro veridicità alle voci che vedrebbero Sarea ormai distrutta, le redini della stirpe sarebbero attualmente tenute dai sei Venilia diretti infanti della Fondatrice, i cosiddetti Rettori, residenti presso Hayalet Kasaba, una città che sembra trovarsi poco distante da un deserto a Nord. Questi sei vampiri ancestrali manterrebbero l’egemonia sui propri sottoposti mediante oscuri tributi di sangue. Secondo la tradizione Venilia, difatti, ogni Vampiro, all’atto della liberazione dal proprio sire, ha l’obbligo di pagare un tributo di sangue al Primogenito locale. Dove ed a quale scopo le sei fiale di vitae cedute da ogni Venilia siano custodite rimane un mistero.

I sostenitori della leggenda di Hayalet Kasaba ritengono che tramite questo dazio i sei antichi Vampiri siano in grado di poter distruggere in qualsiasi momento coloro che si macchiano di colpe ai danni della stirpe, mediante riti sacrileghi. Ovviamente non si hanno notizie certe né sulla veridicità di una tale possibilità, né tanto meno dell’esistenza di questi Antichi così come vengono descritti, pertanto ogni speculazione in merito rimane infeconda. Malgrado ciò queste insistenti voci hanno continuano a rinvigorire la superstizione dei vampiri delle altre linee di sangue, che evitano scontri e scambi di Sangue con i Venilia.

Redattori: Tarak

Nome: Shirin al-Dìn Rùmì (Sarea)
Casata: Mevlevi
Soprannome: L ‘ Arpia
Età apparente: 54 anni
Età reale: —
Tratti: Indoari
Occhi: Neri
Capelli: Neri e Bianchi (Incanutimento)
Altezza: 155 ca
Peso: 40 ca
Razza: Vampiri
Sesso: Femmina
Allineamento: Neutrale
Sire: Veddharta
Retaggio: Santo Padre Fondatore, Capostipite Venilia
Condizione attuale presunta: Morte Ultima

[estratto dei “Rotoli di Hayalet Kasaba” detti “I Diari di Sarea”]

Credo fermamente che alla base della Natura Nostra è il segreto della Vita: la particella che separa gli Uomini dagli Déi. Solo attraverso la comprensione, la scomposizione e la ricomposizione dell’Anima stessa della conditione sanguinis saremo in grado di compenetrarci pienamente in essa e, nel contempo, richiamare dalla nostra carne il segreto più grande che soggiace alla materia stessa di cui siamo composti. Come è ovvio e naturale anche in tale fattispecie concreta vale il principio dello scambio equivalente: per ottenere un risultato bisogna sacrificare qualcosa che abbia il medesimo valore. Mi chiedo sino a quanto potrò spingermi.

 

Altro non è dato di sapere su Sarea, questo è tutto ciò che il Giglio d’Ambra ha divulgato su sua santità; La documentazione riguardo la capostipite Sarea è celata ai più dall’antica Loggia Venilia divenendo essa stessa, uno dei trattati più misteriosi del Mondo di Tenebra.

 

Redattotori: Tarak e LouzerKnives

BESTIA INTERIORE

La prigione fatta di carne e sangue che il Venilia costruisce per la propria bestia interiore è perfetta ed inespugnabile: i membri della Loggia sanno entrare in contatto con il loro istinto più ferale analizzandolo, soggiogandolo e dominandolo. Tracciano il limite che li porta sull`orlo dell`abisso e poi lo estendono, imparando ed apprezzando la forma più vera e profonda della loro essenza veddhartita: il mostro orribilmente disinteressato che elargisce morte misericordiosa ad esseri inferiori. Tutto questo potrebbe suonare assolutamente granguignolesco se non fosse per la logica stringentissima che si trova alla base del rapporto dell`Arpia con l`oscurità che lo governa: risorse, sangue, sapere, contatti, così come la bestia interiore, sono visti come un vantaggio ed utilizzati come strumenti per il dominio su ciò che è inferiore alla discendenza di Veddharta.

SCELTA D’ABBRACCIO

Le Arpie prediligono esponenti del ceto abbiente, ma non necessariamente nobile, per rimpolpare le esigue fila della loro famiglia: le ricchezze della borghesia, difatti, sono assai più utili di qualsiasi blasonata ed avvizzita famiglia mortale allo scopo della Linea di Sangue. Capita spesso che gli occhi dei Figli di Sarea siano poi puntati anche sui mortali che eccellono nelle arti mediche, alchemiche ed in generale scientifiche, ma anche legati ad ordini di Negromanzia e, di recente, ai culti misterici di Ade, sempre al fine di apportare nuova linfa alle conoscenze della Stirpe.

Piuttosto spesso le Arpie scelgono, comunque, i propri Infanti tra le file dei propri ghoul, cresciuti per generazioni come veri e propri capi di bestiame e scelti con i medesimi crismi di cui sopra. Molte università ed accademie del mondo umano sono, proprio mediante Ghoul e neo-Infanti, rette da questi Figli di Veddharta.

VENILIA ED IL RESTO DEL MONDO

  • McAnders:
  • Lasuerte:
  • Van Kunst:
  • Von Macht:
  • Altri clan vampirici:
  • Mannari:
  • Altre razze:

BAMBOLE DI SANGUE

Un Venilia non ha alcun interesse nell`instaurare un rapporto continuativo di nutrimento con un umano, considerato intrinsecamente inferiore e, dunque, ritenuto un semplice pasto. Ci sono ovviamente talune eccezioni a questa idea generale e si possono sommariamente categorizzare in due fattispecie: studio o interesse. Un umano particolarmente perspicace, erudito, oppure semplicemente interessante come oggetto di ricerca della Loggia può essere “frequentato” assiduamente da un` Arpia; si sovrappone a questa prima ipotesi la seconda: un mortale, in ultima ratio assolutamente sacrificabile, può essere utile in situazioni particolarmente pericolose o che comportino immediati rischi per il veddhartita quali fuoco, sole o antagonisti. E` naturale credere che, come ogni vampiro che si rispetti, il Venilia sarà eccelso nel creare l`illusione di mutuo soccorso con la preda designata.

GHOUL

L`Arpia considera inarrivabile il proprio lignaggio ed incomparabile il sangue che lo ha creato immortale: un Venilia non creerà, per queste ragioni, ghoul sotto l`influenza di un puro impulso. I Ghoul della Loggia sono una vera e propria estensione umana del Giglio d`Ambra e seguono rigidi codici comportamentali imposti dal Senatore e dagli anziani. Molto spesso, infatti, vengono richieste prove di fedeltà non indifferenti, ad esempio la presa in ostaggio di propri congiunti, amici, affetti. Concedere qualche goccia della propria vitae è un atto che rende il Venilia, in qualche modo, vulnerabile e dunque egli prenderà tutte le precauzioni del caso affinchè questa resti sempre al sicuro. Gli asserviti al sangue dei figli di Sarea diventeranno assistenti, cavie e faccendieri dei loro padroni veddhartiti.

Redattotori: Elizabeth

Gli stereotipi qui riportati sono un esempio delle possibili personalità di un personaggio: i tratti che compongono la più intima natura del vampiro; le caratteristiche base della sua personalità, il suo vero io. E’ ovvio che oltre a questo esiste anche ciò che il tuo vampiro mostra di se stesso nelle relazioni con gli altri perchè non sempre il non-morto tende a mostrare la parte più vera di se sia per questioni di comodo che per questioni di sopravvivenza.

Ti senti ispirato da uno di questi stereotipi? Non sai come usarli?
Si può scegliere se utilizzarne una sola e quindi ciò che il vampiro è realmente sarà mostrato ( solitamente ) anche nelle relazioni con gli altri oppure si possono liberamente combinare COERENTEMENTE due stereotipi.
Gli stereotipi possono essere SFUMATURE del carattere del tuo vampiro oppure puoi seguirle in maniera pedissequa, a te la scelta e l’ispirazione.


PRISMA
Un vampiro capace di guadagnarsi le briciole della fiducia dei propri anziani, può anche godere della effimera libertà che ne consegue. Di indole indipendente e opportunista, il prisma è un cane sciolto della Loggia che studia con attenzione le personalità di chi lo circonda: a queste si adegua, istruendo nuove e diverse strategie che ha imparato ad affinare nei secoli. Attento sondatore dei comportamenti altrui, non si limita semplicemente ad indossare la maschera più adeguata per ogni tipo di situazione: applica le sue personali teorie (le stesse che assomigliano a veri e propri studi antropologici o sociologici) con fermo raziocinio e ne raccoglie, cupido, gli esiti, qualsiasi essi siano.

ENIGMOFILO
Dominato dalla più acuta e brillante logica, questo vampiro è un espertissimo analista che ispeziona con puntiglio ogni elemento della non-vita, così come del mondo che lo circonda. Osserva tutto con occhio critico e dà ordine ad ogni pezzo dell`enigma che si impone di risolvere con meticoloso impegno. Non è detto che segua la scienza pura e semplice: si avvarrà di qualsiasi mezzo per poter catalogare e infilare in un resoconto la realtà come la conosce. Tutti i pezzi del puzzle, alla fine, devono trovare il proprio posto, incastrati con indubbia maestria dalle geniali menti di questi veddhartiti.

STRIGOI
Freddo e cinico è il vero emblema Venilia: Sarea – Loggia – Sangue, questo lo spinge. Questo lo comanda. Se il suo Senatore gli ordina di saltare, lui chiede “quanto in alto ?”. Fanatico della propria genìa, non si abbasserà mai a sembrare meno mostruoso, più altruista e civile, anzi, tenderà ad accentuare tutte le caratteristiche sovraumane della stirpe veddhartita. Poco incline alla mondanità, lo troveremo diffidente verso le altre razze che considererà sempre inferiori e semplice serbatoio di nutrimento, ove possibile. Difficilmente instaurerà legami di sangue al di fuori della sua stirpe, avulso all`idea di possibili contaminazioni della propria vitae.

INGER
Letteralmente l` “angelo”: questo veddhartita si circonda di un numero spropositato di affiliati, ghoul, bambole di sangue e alleati più o meno stretti. Tutti, ovviamente, a suo dire, fedelissimi alla Loggia e, per esteso, al Senatore. Le sue attività, venatorie o di studio, sono sempre al limite della caccia di sangue: i suo contatti sono così utili ed indispensabili per i Venilia che, per l`INGER, si può anche chiudere un occhio. E` appassionato ed espertissimo studioso di mondanità e frivolezze: cerimoniali impeccabili sono stati forniti alle più eccelse corti da questi paraninfi immortali. Questa non-vita di eccessi sembrerebbe l`antitesi di ciò che è più caro ai Venilia ed invece, nella sua unicità, l` “angelo” di Sarea è una delle pedine più importanti sotto l`egida del Giglio d`Ambra.

ANGARIATORE
E` il vampiro per antonomasia: il pienamente consapevole di essere una creatura delle Tenebre. La crudeltà e la sofferenza sono gli strumenti che applica con distacco e razionalità: è il più abile faccendiere della Loggia, l`esecutore per eccellenza di trame nefaste, menzogne e violenza. Non reitera queste azioni per una propria soddisfazione personale ma per comprendere (e studiare) il mostro che è diventato e quali abissali confini sia capace di raggiungere. L` angariatore è il suo stesso soggetto di ricerca, lucido e dogmatico: non è uno squilibrato ma un`arma perfetta nelle mani del Senatore.

TIGAN
E` l`accademico per eccellenza: i suoi secoli si sono trasformati in una sconfinata notte dedicata allo studio, sapiente e devoto, di una materia che lo affascina da sempre. Sono le sue capacità e competenze a precederlo e, solo in casi rarissimi, viene tralasciata la sua opinione: che si tratti di politica, arte militare, astronomia o dei più svariati campi del sapere, troverà sempre posto al tavolo di un consiglio. Lo Tigan non è particolarmente avvezzo agli affari del mondo ma piuttosto schivo e riservato: molti dei dettagli che lo riguardano sono (e restano) veri misteri eternamente irrisolti. Si potrebbe addirittura ipotizzare una sorta di timidezza intrinseca per questo soggetto, non fosse altro che stiamo sempre parlando del perfetto predatore creato dal sangue immortale di Sarea.

ALCHIMISTA
Solve et coagula. Azione e reazione. Causa ed effetto. Ogni cosa che esiste può (e deve) essere misurata, esaminata e catalogata. Questo fratello della Loggia è lo scettico per antonomasia, colui il quale manifesta la sua razionalità nella forma più rigida e spinta. Esiste in funzione di chiare, precise e sistematiche spiegazioni scientifiche, abiurando in toto quel che concerne alienazioni che coinvolgano ragioni di fede. Per questo Venilia, infatti, la superstizione è solo un difetto che andrebbe eradicato dal mondo. La più fervida forma di analisi maieutica è l`unico approccio che conosce ed utilizza ogni notte della sua immortalità, distaccato dalle ragioni mondane e dalle frivolezze delle superstizioni.

Redattotori: Elizabeth