MCANDERS

L'EGIDA DI SMERALDO

I Figli della Belva – Stirpe McAnders

«State zitti ora e spalancate le orecchie. Al calar della notte, leverete gli occhi al cielo e osserverete con attenzione: quando la Luna sarà piena e splenderà impietosa sopra la foresta, saprete che è giunto il tempo di incendiarla, abbattendo ogni creatura che incontrerete. Indosserete la Bestia fino a saziarla, ma la sua fame non è di carne né di sangue: essa brama dominio e distruzione. Ricordate, figli miei: nessuna forza eguaglia quella dimostrata dalle nostre fauci e dai nostri artigli. Alzatevi dunque, e preparatevi. L’alba è vicina, e noi, figli di Eryx, veneriamo ogni sfida.»


Se la stirpe dei Garou, discendenti di Ygharù, prova un odio ancestrale e un disgusto viscerale verso la mera esistenza dei Vampiri, i McAnders non sono da meno: nati dal Sangue di Eryx, incarnano perfettamente il ruolo di nemesi per i licantropi. Guerrieri implacabili, plasmati nelle fiamme di mille battaglie, vengono solitamente reclutati tra umani nomadi o appartenenti a tribù guerriere, istruiti fin dalla giovinezza nelle tattiche di guerra per continuare l’eterna crociata iniziata dal loro capostipite, Elgrimm Eryx.

L’origine di questa rivalità si perde nella notte dei tempi, eppure si è rafforzata attraverso le numerose perdite subite da entrambi gli schieramenti nella lotta per il dominio della Notte. È un dato certo, tuttavia, che ai McAnders è stato conferito – o semplicemente arrogato – il compito sacro e assoluto della definitiva estinzione dei mannari.

Il retaggio umano di questi Vampiri, radicato nella lealtà tribale e nel vincolo sacro della fratellanza guerriera, si riflette pienamente nella loro esistenza immortale. Ogni movimento, ogni parola, ogni sguardo di un McAnders trasuda rudezza e ferocia, accompagnati da una diffidenza palpabile verso chiunque osi avvicinarsi. Famosi per la loro indole glaciale e spietata, gli “Artigli” sono temuti perfino dai loro fratelli del Synodus Sanguinis, per via della loro natura imprevedibile e violenta: una sola parola sbagliata può accendere in un istante un fuoco incontrollabile che culminerà inevitabilmente nel sangue.

Non vi è congiunto che, offeso, non vedrà apparire il branco intero davanti alla propria dimora, pronto a reclamare la sua testa.

I McAnders sono coriacei e insensibili agli scrupoli morali. Fedeli soltanto al Sangue che li ha generati, si organizzano spontaneamente in branchi letali, uniti da codici morali brutali che esaltano gli istinti primordiali del vampirismo. Maestri nella gestione della propria Bestia interiore, hanno affinato nel tempo rituali e cerimonie che ne rafforzano il controllo e la potenza. La loro naturale predisposizione alla caccia e al combattimento li rende vere e proprie armi viventi, letali e inarrestabili.

Ma la vera forza di questa stirpe risiede nella loro ossessione per il dominio e la protezione del proprio territorio, della propria progenie e dell’armento personale. Ogni minaccia a questi valori viene affrontata con una risolutezza spietata, al di fuori di ogni diplomazia, risolta esclusivamente attraverso lo scontro fisico e sanguinario. Sebbene docili verso chi dimostri valore guerriero e strategico, raramente i capi branco abdicano volontariamente al loro potere: essi sono deposti soltanto attraverso feroci duelli rituali.

Non interessati al potere politico né alle comodità civili, i McAnders trascorrono la propria eternità impegnati nella caccia incessante e nella sanguinosa faida contro i Garou, vivendo spesso in luoghi remoti e selvaggi, dove il contatto con la natura preserva intatto il loro istinto predatorio. Non è raro trovare uno di questi Vampiri che si ritira nel folto delle foreste, celebrando antichi e feroci rituali, spesso di origine indigena e dimenticati da secoli.

Nel Synodus Sanguinis, i McAnders hanno giurato fedeltà ai dogmi delle Tradizioni, ponendosi sotto l’egida dei Lasuerte come scudo vivente contro ogni minaccia interna o esterna. Questa dedizione assoluta è spesso vista da loro stessi come un diritto naturale e ha generato tensioni con la stirpe dei Venilia, accusati di intrighi oscuri e slealtà. Con i Von Macht, invece, intrattengono un rapporto distante e freddo: governare una Bestia è difficile quanto non tentare di domarla, e il risultato è una tacita indifferenza reciproca.

È indubbio che questi guerrieri feroci rappresentino la più letale risorsa militare del Synodus Sanguinis, ma vi sono coloro che temono il giorno in cui i McAnders stessi scateneranno una nuova Gehenna, dando inizio all’Apocalisse definitiva.

«Non abbraccerai giovani, malati o alienati, per non contaminare il mio Sangue. Poiché il mio Sangue è il tuo giudizio, e il tuo giudizio sarà il mio.»
– dal Testamento di Elgrimm Eryx.

Redattori: LouzerKnives

Nome: Egrimm Elric
Soprannome: La Belva
Casata: Elric
Età Apparente: 25 anni
Età Reale: Perduta nelle profondità del tempo
Razza: Vampiro
Sesso: Maschio
Allineamento: Caotico Neutrale
Sire: Veddharta, la Rilucente di Grazia
Retaggio: Santo Padre Fondatore, Capostipite della Stirpe McAnders
Condizione attuale presunta: Morte Ultima

Aspetto:
Egrimm era una figura possente, nata e temprata dalle lande gelide del Nord. Alto circa due metri, possedeva un corpo scolpito dalle sfide continue contro la natura e gli uomini. Gli occhi di un sinistro giallo lupino, accesi di una luce feroce, penetravano con un’intensità predatoria. I suoi capelli biondo cenere, lunghi e selvaggi, ricadevano sulle spalle, creando una cornice barbarica e minacciosa. Dopo l’Abbraccio, la sua forma fisica subì una mutazione estrema e permanente: artigli affilati, peluria scura che lo ricopriva integralmente, e canini che non potevano più essere celati, segno indelebile della sua natura ferale.

Biografia:
Egrimm nacque come figlio di una stirpe guerriera nomade del Nord, la cui tribù fu spietatamente annientata durante un sanguinoso conflitto tra clan rivali. Giovanissimo, fu abbandonato alla misericordia dei boschi, sopravvivendo grazie a un branco di lupi che lo accolse come uno dei suoi cuccioli. Da questi animali apprese l’istinto della caccia, la durezza della sopravvivenza, e il significato profondo del branco e della lealtà.

La sua fama di guerriero formidabile crebbe rapidamente tra le popolazioni umane, trasformandolo in una figura leggendaria. Fu proprio questa reputazione di ferocia e indomabile spirito guerriero che attrasse lo sguardo di Veddharta, la Rilucente di Grazia, che lo scelse come sua Progenie. Dopo l’Abbraccio, Egrimm prese il nome di Eryx, divenendo così il padre fondatore della stirpe McAnders e simbolo stesso della Bestia nel cuore di ogni Vampiro.

Il Sangue della Bestia:
Eryx incarnava completamente la Bestia interiore, elevandola da maledizione ad arma definitiva. Il suo sangue, puro retaggio di Veddharta, rese i McAnders il vertice della predazione e della ferocia tra tutte le stirpi vampiriche. In lui si realizzò un equilibrio unico e terrificante fra la razionalità guerriera e l’istinto animale, un equilibrio che sarebbe diventato l’eredità di tutti i suoi discendenti.

Noto per il suo carattere implacabile, Eryx disdegnava le comodità della civiltà, prediligendo la selvaggia libertà delle foreste e dei territori inesplorati. Egli creò un culto del sangue basato sulla forza, sulla lealtà assoluta verso il branco e sulla feroce ostilità verso i nemici naturali della stirpe, in particolare i Garou, discendenti di Ygharù, e verso ogni minaccia che mettesse in pericolo la continuità del suo retaggio.

Eryx nel contesto del Synodus Sanguinis:
Eryx, pur essendo un feroce indipendente e sprezzante delle gerarchie politiche, comprese presto l’importanza delle Tradizioni introdotte da Amalthea per la sopravvivenza e l’unità dei Vampiri. Sebbene i McAnders fossero guerrieri autonomi e restii a farsi dominare, Eryx stabilì un legame di reciproco rispetto con la stirpe dei Lasuerte, divenendo l’inflessibile protettore delle Tradizioni e della sacralità del sangue.

La sua natura indomabile lo poneva spesso in conflitto ideologico con la stirpe dei Von Macht, troppo ambiziosi e manipolatori per i suoi gusti, mentre detestava apertamente i Venilia, ritenendoli subdoli e sleali. Con i Van Kunst la relazione era tesa e diffidente, a causa della loro ossessiva ricerca della perfezione e della purezza, così distanti dalla pragmaticità guerriera della stirpe McAnders.

Nonostante queste divisioni, la figura di Eryx rimase fondamentale nel Synodus Sanguinis: un simbolo vivente di forza, determinazione e libertà assoluta, un monito contro ogni tentazione di debolezza e compromesso.

Testamento di Eryx (La Legge del Sangue):
01. Fuggi lo sguardo del lupo, non è fratello né amico: desidera il tuo dominio.
11. Affonda radici nella foresta, essa insegna alla Bestia il controllo che la civiltà non può dare.
21. Nutriti del sangue del più forte e di colui che hai abbattuto; solo nella caccia la Bestia troverà sazietà.
25. Non contaminare il mio Sangue con giovani, malati o alienati; esso condannerà te e sarai giudicato dai miei figli.
30. Non permettete mai che si dica dei McAnders che sono disonorevoli, vigliacchi o sleali: voi, Figli della Bestia, siete i primi fra tutti i Fratelli.

Egrimm Elric, la Belva, Eryx, Padre della Stirpe McAnders. La sua eredità vive nei cuori e nelle azioni dei suoi discendenti, un’ombra perenne e feroce nel mondo di tenebra del Synodus Sanguinis.

Redattori: LouzerKnives

SCELTA DELL’ ABBRACCIO

La selezione delle nuove leve McAnders non segue criteri formali, ma risponde a precise necessità e caratteristiche distintive che riflettono la natura guerriera e predatoria della stirpe. Gli aspiranti alla non-vita tra gli Artigli devono possedere personalità forgiate nella brutalità delle esperienze belliche o in contesti estremamente violenti. Solitamente vengono prescelti uomini e donne provenienti da tribù barbare, mercenari esperti, assassini privi di rimorsi, legionari temprati dal campo di battaglia e cacciatori di taglie dal cuore duro e inflessibile.

La stirpe dei McAnders non ha interesse per diplomatici, politici o intellettuali; piuttosto, cerca anime che abbiano già conosciuto la morte, il dolore e la ferocia nella loro vita mortale. Queste anime devono essere spiriti indomiti, guerrieri il cui linguaggio principale sia quello della lama e della forza bruta, pronti ad essere gettati nella guerra eterna contro i nemici del Synodus Sanguinis.

Per i McAnders la gloria è raggiungibile solo attraverso la violenza e lo scontro continuo: la vera fama e il rispetto tra i fratelli sono conquistati esclusivamente sul campo di battaglia, dove ogni conflitto diventa un atto sacro e ogni uccisione un’offerta alla Bestia interiore. Un McAnders che non muore nel tentativo di affermarsi sarà rispettato solo quando avrà dimostrato il suo valore con il sangue versato, non con parole vuote o inutili proclami.

 

McAnders ed il Resto del Mondo

Lasuerte:
Possiedono una fiera nobiltà e custodiscono antichi segreti con solenne gravità. Rispettabili, finché il loro potere non oscura l’orgoglio guerriero del nostro sangue. La loro guida è accettabile solo se si dimostrano all’altezza della nostra forza.

Venilia:
Subdoli e infidi come ombre che strisciano nella notte, la loro natura vigliacca li rende inutili e pericolosi. Non meritano la dignità di un confronto diretto; li guardiamo con sospetto, pronti a colpire senza esitazione al minimo segno di tradimento.

Van Kunst:
Inquietanti, enigmatici e folli visionari, il cui sguardo trapassa le ombre della realtà. Le loro parole contorte celano verità nascoste che potrebbero guidarci o condurci alla rovina. Ne diffidiamo, pur riconoscendo il potere oscuro del loro sangue.

Von Macht:
Ambiziosi signori della manipolazione, avvolti da parole melliflue e vane promesse. Detestiamo la loro vuota autorità e i loro giochi di potere senza onore. Solo quando affrontano apertamente il pericolo dimostrano un valore che possiamo riconoscere.

Altri Clan Vampirici:
Non meritano attenzione, se non quando sfidano la nostra sovranità. Il nostro giudizio è spietato e diretto: la lama parla più eloquentemente delle loro parole vuote.

Mannari:
Preda suprema e degni avversari, la nostra esistenza è consacrata alla loro estinzione. Rispettati nel sangue, affrontati con feroce determinazione, il nostro destino si intreccia inevitabilmente con il loro in un eterno conflitto.

Altre Razze:
Ogni essere vivente che attraversa il nostro cammino è preda e nulla più. Le distinzioni di specie perdono importanza di fronte al terrore universale della morte che infliggiamo senza rimorsi.

I McAnders esistono secondo una sola, immutabile legge: chi non è fratello è preda. Così è stato scritto col sangue di Eryx, e così rimarrà fino alla fine del mondo.

 

Rito dell’Abbraccio McAnders

Immaginate una notte di Luna nuova, immersa nella totale oscurità, in cui la foresta stessa sembra trattenere il respiro. Una nebbia densa e fredda si solleva dal suolo, avvolgendo ogni cosa con il suo gelido abbraccio. Tra arbusti e felci, quattro Vampiri, guardiani ancestrali e custodi della Bestia, formano un cerchio sacro. Ognuno di loro veste i trofei delle proprie vittime, emblemi crudeli e maestosi della caccia eterna. Sui loro volti sono maschere che simboleggiano i quattro elementi fondamentali, segni viventi del patto che lega il Sangue di Eryx alla natura primordiale.

La prima maschera rappresenta uno Sciacallo, simbolo della Terra, del radicamento e dell’istinto primario della sopravvivenza. La seconda mostra lo Squalo, emblema dell’Acqua, incarnazione della ferocia e della spietatezza che caratterizza il cacciatore. La terza è l’Aquila, che raffigura l’Aria, il controllo assoluto e la visione lucida del predatore supremo. L’ultima maschera, infine, è quella del Bufalo, simbolo del Fuoco, forza distruttiva e rigeneratrice al contempo.

Al centro di questo cerchio rituale vi è l’eletto: un umano scelto accuratamente per forza, coraggio e determinazione. Egli scava la propria fossa con le proprie mani, consapevole del destino imminente. Attorno a lui, i quattro Vampiri intonano litanie antiche, invocazioni sacre rivolte alla Belva che vive nel cuore della stirpe McAnders, chiedendo la sua benedizione sul prescelto.

L’umano dovrà prestare giuramento eterno ai quattro elementi, rappresentati dai Vampiri che lo circondano, e donare il proprio sangue come tributo alle forze che presto lo domineranno. In cambio, riceverà il Sangue Oscuro dei McAnders, un veleno immortale che lo ucciderà e lo farà rinascere nella non-vita.

Nel preciso istante della morte, egli sarà deposto nella fossa appena scavata e ricoperto dalla terra che simboleggia l’ultimo abbraccio della vita mortale. Se la trasformazione sarà accettata dalla Bestia, il nuovo Vampiro dovrà lottare con ogni fibra del suo essere, strappando se stesso dalle viscere della terra, emergendo rinato, segnato per sempre dall’eredità di Eryx.

Ma la prova non termina qui: il rito prescrive che l’intera stirpe si raduni per accompagnare il neonato nella sua prima caccia, rafforzando così il legame sacro del branco. La stirpe McAnders considera questa caccia inaugurale come un atto di fratellanza indissolubile, un sacramento oscuro e feroce che cementa la lealtà assoluta e l’appartenenza eterna alla tribù.

Nonostante l’importanza del rito, è noto che alcuni Vampiri della stirpe McAnders possano scegliere di vampirizzare senza seguire scrupolosamente questo cerimoniale; tuttavia, la mancata partecipazione alla prima caccia inaugurale è considerata con disprezzo e severa riprovazione. Chi si sottrae a questo fondamentale atto di appartenenza rischia di essere visto con diffidenza e considerato debole o indegno dai suoi stessi fratelli di sangue.

Il Rito dell’Abbraccio McAnders non è soltanto un rito di passaggio: è un patto di sangue con la Bestia interiore, un atto che segna irrevocabilmente il nuovo Vampiro come membro di una stirpe feroce, guerriera e inesorabile, la cui fedeltà al branco e al retaggio di Eryx si erge al di sopra di ogni altra lealtà o legge.

Da questo momento in avanti, il neonato non sarà più soltanto un Vampiro: sarà un Artiglio, un predatore immortale che porterà con sé l’eredità vivente della Belva, fino alla fine dei tempi.

Redattotori: LouzerKnives

Gli stereotipi qui riportati sono un esempio delle possibili personalità di un personaggio: i tratti che compongono la più intima natura del vampiro; le caratteristiche base della sua personalità, il suo vero io. E’ ovvio che oltre a questo esiste anche ciò che il tuo vampiro mostra di se stesso nelle relazioni con gli altri perchè non sempre il non-morto tende a mostrare la parte più vera di se sia per questioni di comodo che per questioni di sopravvivenza.

Ti senti ispirato da uno di questi stereotipi? Non sai come usarli?
Si può scegliere se utilizzarne una sola e quindi ciò che il vampiro è realmente sarà mostrato ( solitamente ) anche nelle relazioni con gli altri oppure si possono liberamente combinare COERENTEMENTE due stereotipi .
Gli stereotipi possono essere SFUMATURE del carattere del tuo vampiro oppure puoi seguirle in maniera pedissequa, a te la scelta e l’ispirazione.


STOICO
Invero ognuno di noi è il custode di suo fratello, nella linea di sangue e nel nome di Eryx.
Questo non ti impedirà di uccidere meno spietatamente il tuo prossimo nemico o la tua nuova vittima ma quando incontri un altro figlio di Eryx in difficoltà consideri tuo sacro dovere fare tutto quello che è nelle tue possibilità per prestargli aiuto o soccorso.
Avere cura della propria linea di sangue è puro buonsenso in questo mondo così violento e tu usi la violenza proprio per difendere chi speri un giorno ricambierà il favore. Il tuo spirito di abnegazione e sacrificio hanno dello stoico, quando un comandante conquista la tua fiducia non esiteresti a dare la vita per lui così come ti immoleresti di buon grado per un ideale in cui fermamente credi. Non rifiuti completamente la civiltà e capisci, nel tuo profondo, che l’unione tra i fratelli McAnders potrà risultare, nel lungo termine, la risposta più efficace per garantire la gloria dei figli di Eryx e il mantenimento della solidità della posizione McAnders all’interno della razza.

ANIMALE
La civiltà è una cosa da smidollati, gli intrighi sono per i codardi: tu sai che l’unica cosa che conta è la forza del tuo corpo e il tuo ardimento nella battaglia; vivi secondo un codice che nessuno potrà distruggere e la tua legge è quella che il più forte domina ed il più debole soccombe. Solo chi dimostra, durante uno scontro, la sua superiorità fisica e bellica è per te meritevole di rispetto ed il resto lo consideri solo e soltanto feccia.
Questo non significa che capisci e rispetti solo la violenza fisica, puoi essere anche molto intelligente e acuto però non puoi proprio soffrire i codardi e gli smidollati che si fanno scudo dietro a qualcun’altro questo soprattutto quando questo accade all’interno della tua linea di sangue. I titoli nobiliari? nulla valgono se non sono ottenuti grazie al valore personale. Un giuramento? Privo di valore se chi lo fa non è pronto a morire per questo.

ANTAGONISTA
Provi la più grande delle emozioni, quella paragonabile all’estasi, solo quando consegui una nuova vittoria. Ogni compito per te costituisce una nuova sfida da accettare e un nuovo conflitto da vincere. Vedi tutte le interazioni come una sorta di opportuità per dimostrare di essere il migliore, il leader, il più produttivo, il più valido. Per queste ragioni non disdegni l’allenamento costante, la costante cura del tuo equipaggiamento ed anche i tuoi continui tentativi di costruire, tentacolarmente, nuovi contatti soprattutto nelle più influenti schiere dei fratelli immortali perchè questo ti garantisce l’attribuzione di nuovi incarichi. Sei più che convinto che la tua tattica e la tua tecnica siano l’unica garanzia per il tuo successo, la tua ascesa e la tua gloria.

ACCANITO
Lo zelo per la tua causa ti consuma: è la cosa più importante nella tua non vita nel bene o nel male. Ogni goccia di sangue, ogni briciola di passione che hai in te sono al servizio del fine ultimo. Ti senti fortemente in colpa quando sprechi il tuo tempo in altro. Niente ostacolerà il tuo cammino, niente che tu non possa superare, in ogni caso: il fine giustifica i mezzi. Stabilisci con precisione nella strutturazione del tuo vampiro la CAUSA che il tuo personaggio persegue e l’incidenza che questa può avere sul suo comportamento.

AUTOLESIONISTA
Vivi per metterti alla prova e per mettere alla prova i tuoi limiti (sia riguardo alla tua abilità in battaglia, sia riguardo alla frenesia) per comprendere quanto dolore tu riesca a sopportare prima di crollare. Trai soddisfazione dall’umiliazione, dalla sofferenza, dal rifiuto e persino dal dolore fisico perchè è dal fango che puoi rialzarti, temprarti, risorgere ancora più forte. Riesci a stabilire chi veramente sei solo grazie alla tua capacità di provare disagio e ti levi ogni notte solo per portare nuove ferite su di te. La tua forza di volontà è incrollabile e se cadi sette volte lo fai consapevolmente per il piacere incommesurabile che provi nel poterti rialzare l’ottava.

DESERTO
Sei sempre solo, anche nel mezzo di una folla perchè sei colui che non ha riposo, il cacciatore, il lupo solitario, il cane sciolto che ama le azioni rapide e senza sbavature. Forse vaghi di città in città come un mercenario o forse ti nascondi fino a quando gli eventi nel mondo esterno non diventano tanto importanti da non poter essere più ignorati. La solitudine è il tuo destino e la tua gioia. Gli altri potranno vederti come un solitario, un derelitto, un individuo distaccato e alieno in verità tu preferisci la tua compagnia che quella altrui; hai più fiducia nelle tue capacità ( strategiche che si mostrano spesso risolutive, rapide e chirurgiche ) che in quelle della tua famiglia immortale. I motivi possono essere svariati: non capisci la gente o forse la capisci anche troppo e a questa preferisci ricercare la piena simbiosi con la tua bestia interiore. Le tue ragioni le sanno in pochi perchè in pochi sanno condividere, rispettandolo, il tuo comportamento da eremita.

SUPERSTITE
Qualsiasi cosa succeda tu sopravviverai: puoi sopportare, resistere superare e sopravvivere in pratica a qualsiasi circostanza. Sia che ti muova in gruppo sia che cammini da solo nella tua non-vita il tuo impulso principale è l’istinto di conservazione. Tu non sei un codardo, anzi, quando le cose si fanno complicate tu ti ci butti a capofitto: mai darsi per vinto, mai mollare. Niente ti irrita maggiormente di quelli che non si adoperano per migliorare la situazione o che si arrendono al destino o alle contrarietà: la tua filosofia è perseverare; non importa quali siano le avversità, ne uscirai in piedi grazie alla tua spada o al sotterfugio. Quanti altri guerrieri possono dire lo stesso?

PREPOTENTE
Nessuno, eccetto te, sa fare le cose come vanno fatte. Quando lasci fare qualcosa agli altri, sicuramente questi rovinano tutto: perciò devi sorvegliare coloro di cui ti occupi e prendere le cose sotto la tua diretta custodia ogni qual volta sia possibile. Qualsiasi cosa fai assicurati che non te la sciupino: forse la gente non ti apprezzerà sentendosi soffocata da questo tuo eccessivo zelo ma le cose saranno fatte per bene una volta tanto. Questa mania per il perfezionismo si estende anche alle tue bambole di sangue riguardo e agli eventuali incarichi che affidi ai tuoi Ghoul. Un neonato Tiranno patirà in modo palese l’obbligo di obbedienza che lo lega al suo sire e per questo morderà il freno per mostrarsi eccelso in ogni insegnamento impartito e in ogni allenamento con la spada cercando di rendersi operativo in ogni missione sul campo ( vedi anche Competitore ).

Redattotori: Elizabeth

Spero non ti sia fatta male cadendo giù da quel tetto. Sai è difficile fuggire ad un segugio e difatti eccomi qui davanti a te e alla tua fottuta gamba fratturata. Forza, non abbiamo molto tempo per parlare, i miei fratelli stanno arrivando, li percepisco.
Non c`è bisogno di piangere, non sei mica morta…Ancora.
Hai dimostrato un bel coraggio a dire il vero: quando abbiamo assalito il tuo uomo nel bosco lo avevi già dato per spacciato, avevi – attenzione alle mie parole – visto l`epilogo di quell`attacco e te la sei data a gambe levate per riuscire a sopravvivere.
Non farmi ridere, è stato esilarante dannazione, davvero! Aspetta che lo racconti al mio Sire.
Ma cosa diavolo ci facevate nel bosco? Secondo te come sarebbe potuta andare a finire una serata del genere, non ve lo siete chiesto?

Dove stai strisciando? Vieni qui non ho finito di parlare, non puoi andare da nessuna parte! Dannazione lo so che sei consapevole che chi ti ha assalito è un essere sovrannaturale, lo leggo nei tuoi occhi tremanti, rassegnati al tuo destino: Usa un po d`intelligenza, sei spa-ccia-ta. Li vedi questi artigli? No tesoro, non sono per niente umani!
Facciamo così, ti darò un opportunità. Verrai con me, ti presenterò al mio Principe così berrai il mio sangue e vi salverò, il mio Branco non ti toccherà o almeno non lo farà se ti reputerà all`altezza di farne parte. Domani notte ti sveglierai come una Donna nuova, intraprendete ed autonoma come hai sempre desiderato, come quando hai deciso di frequentare quell`imbecille sparpagliato in tre quarti del mio bosco, lasciando tuo marito a casa con tuo figlio e vedremo cosa ne sarà della tua famiglia quando ti risveglierai colta tra i primi crampi della tua fame. Ti piace come inizio della tua nuova stramaledetta avventura?

Lascia stare, mi hai già annoiato. Forza, ricomponiti e smettila di tremare. Rialzati in piedi e scappa, ti darò un ulteriore vantaggio.
L`Alba è vicina e noi adoriamo le sfide.

(Uri) Úghaire Mac Andersen, Primogenito di Elgrimm Eryx della Città di Kmuth
Tratto da un dialogo con una sua preda la notte prima di essere ucciso nel grande rogo che illuminò le montagne adiacenti alla città di Kmuth per settimane.


Memorie di un Mercenario

La caccia…v`è forse gioco più sublime?
Districarsi tra i selvaggi arbusti della foresta,
cercando in lei e nei suoi figli la vera comunione.

È lì che la vidi nuda e fulgida di splendore,
accarezzata dal violento scroscio d`una cascata,
e celata dal mistero di alberi rigogliosi e fitti rampicanti.

Il sole la baciava purificandola dei suoi caldi bagliori,
e lei mi spogliava d` ogni velo che vestiva la mia natura.
Insieme venni travolto da amore, desiderio e paura.

Era immacolata e travolgente, una visione sublimata nel terrore.
Fu troppo, e sconfitto me ne andai tornando da mia madre,
Sapendo che lei in silenzio osservava il mio cuore giudicandolo.

Il giorno dopo reiterai ripercorrendo lo stesso sentiero,
falciando quegli stessi arbusti dove era certo l` avrei rivista.
Lei dove la ricordavo mi aspettava, ancora fulgida di splendore.

Lei mi amava ed io amavo lei.

Lo lessi nella malinconia del suo sguardo, come lei lo lesse nel mio.
Ma il sospetto di mia madre era tale da costringerla a seguirmi e scoprire.
Scoprire che suo figlio, il più efferato, sotto quella cascata peccava d` amore.

La sua pelle si trasformo in un niveo mantello,
Le sue mani si armarono di feroci artigli,
Le sue labbra non avevano amore ma fauci violenti.

Allora seppi che era lei.
Lei che di me aveva visto la caccia e l` aveva fatta sua.
Lei aveva preso il meglio di me e me lo strappò via dal petto.

Ora non capisco cosa stia accadendo, sono confuso.
Sento la rabbia divampare in me come alimentata da pece e sterpaglie,
Il mio volto, il mio corpo…anche la mia pelle si trasformò coprendosi di pelliccia ma essa non è nivea ma nera…
Feroci artigli si dilungano selvaggiamente dalle mie mani,
fauci violente aborriscono il mio volto.

E la caccia…
V`è forse gioco più sublime?

Elgrimm Eryx

(01)Rifuggi dallo sguardo del Lupo,
(02)non è tuo fratello,
(03)non è tuo amico.
(04)Ha le tue doti e vuole il tuo dominio.

(11)Affonda le tue radici nella foresta e non nella civiltà,
(12)poiché essa parla alla bestia e la bestia parla ad essa.
(13)E` compito della foresta insegnarti a controllarla.
(14)Non è compito della città insegnarti a liberarla.

(21)Nutriti del sangue di chi ti è più forte,
(22)Nutriti del sangue di chi hai abbattuto,
(23)Solo nella caccia sazierai la bestia della sua vera fame.
(24)La mia.

(25)Non abbraccerai giovani, i malati, gli infermi o gli alienati.
(26)In questo modo condannerai il mio sangue,
(27)il mio sangue condannerà te.
(28)In questo modo non troverai scampo dal giudizio dei miei figli.
(29)Dal mio giudizio.

(30)Non lasciate che dicano che la dinastia dei McAnders è disonorevole
(31)non lasciate che dicano che siamo vigliacchi.
(32)non lasciate che dicano che non siamo leali.
(33)Voi, i Figli della Bestia, i figli dell’oscurità
(34)siete i primi tra i Fratelli


Cavaliere del Drago,

Non mi nascondo dietro la preterizione di tacervi quanto in me arde il desiderio di rendervi partecipe di un mio pensiero e spero vivamente che ne cogliate ogni sillaba.
Ho taciuto quella notte in cui vidi voi e il Lupino rotolarvi nel fango; un debole coniglio tra le esiziali zanne di una tigre turbata, innamorata oserei dire. Mi ha incuriosito il modo con cui la stessa fosse pronta ad immolarsi pur di giocare con voi, come la stessa ha proclamato il suo patrocinio sulla vostra vita, come a spada tratta si è posta in difesa della sua preda, incurante dell`oscuro periglio del mio sangue. E` il sacrificio che mi incuriosisce; Voi stesso cominciate ad incuriosirmi.

Apparite come un uomo forte, incapace di arrendersi; un guerriero pronto ad affrontare il suo Dio con le fauci di una bestia invero vi ho scoperto. Siete un debole ed è per me il vincolo di crescere il vostro spirito, di rendervi risoluto, valente. Per me non esiste certame più appagante di trovare una preda che mi faccia sentire vivo – Che ossimoro, non trovate? – E` per questo che vi ho incontrato ieri, per spogliarvi delle vostre debolezze dandovele in un fottutissimo sacchetto di canapa.

Credetemi quando vi dico che avete fatto incazzare la persona sbagliata, Cavaliere del Drago.

Dalla corrispondenza di Damian “LouzerKnives” VanCourt, Gheronte McAnders del Synodus Sanguinis
La notte prima dell`abbraccio del suo infante Suerte, a cui ha consegnato in un sacco la testa della Regina dell`Orda.


Dalla Bacheca Ducale – Ragnarøkkr [VAMPIRI – MANNARI]

Aluka,

Inizio questo mio discorso incalzando con l`antico canto della nostra razza, lo stendardo che con orgoglio e dolore abbiamo intonato nel presentarci, con la mera consapevolezza che chiunque lo avesse ascoltato avrebbe risposto per ogni parola o sillaba mal pronunciata.

Aluka è il mio vanto, è il mio passato, il mio presente ed il mio futuro,
Aluka è mio figlio, mio padre, il mio retaggio.
Aluka è il mio nemico più fiero, il mio avversario più temibile.
Aluka sono io,
Aluka sei tu, mio fratello.

Ragnarøkkr è sorto tra le trame del tempo ed acclama l`esito finale.

E` giunto il tempo di estirpare dal creato i figli della fulgida di Splendore, Ygharù.
E` giunto il tempo di alzare le spade per onorare i nostri fratelli uccisi.
E` giunto il tempo di eliminare definitivamente ogni traccia del peccato della Lupa Bianca nel Regno, sradicare come una radice malata la sua schiatta dalla terra.

Ogni sangue Mannaro sarà pesato, giudicato laido ed infine abbattuto.

Non si faranno distinzioni tra uomini, donne o bambini; tra soldato o levatrice, ogni Garou incontrerà inesorabilmente la sua rovina e con loro chi si presenterà loro propugnatore; le loro teste penzoleranno sino a decomporsi dagli annosi alberi del Bosco dei Lupi, lasciati a putrefare sicché la loro stessa linfa sarà la peste che colpirà il loro tempio e il loro tanfo canterà per mesi e mesi la loro sconfitta sino ad obliarsi come i loro nomi, le loro storie ed io oggi Rido poichè sono latore del futuro, padrone del tempo e mi appagherò della consapevolezza che i Mannari esisteranno solo perchè noi ne avremmo ricordo.

Le nostre gesta saranno uno stendardo per il nostro sangue, Monito ad ogni creatura che la nostra stirpe impera, e che ottemperiamo alla promessa di pulizia che abbiamo intonato all`alba della nostra era.
Concluderemo questo certame una volta per tutte, e tutto questo sarà possibile solo ed unicamente grazie a te.

Per un solo giorno o per quanto questo canto echeggerà tra le vie del regno ti chiedo di non intonarne altri al fraticidio, ti chiedo di riunirti con i tuoi pari per onorare il tuo sangue poichè il tuo ventre come il mio è ancorato da un sottile filo cremisi a quello della Primigenia Madre, la Rilucente di Grazia, la Rossa Signora.

Per un solo giorno abbandona lo scudo della tua corporazione, Per un solo giorno ritarda la tua missione, per un solo giorno svestiti dai doveri del tuo Clan, Per un solo giorno unisciti a me, unisciti ai tuoi fratelli e definiamo una volta e per tutte il peso della loro rovina.

Offrimi la tua spada, ti ricompenserò con un nuovo mondo di cui tu, fratello mio sarai indiscusso imperatore.

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Gheronte Damian Van Court
Tuo Fratello


Ascolta. È semplice.

Noi siamo registi ciechi in un teatro senza volontà. Crediamo nel libero arbitrio perché ci piace pensare di avere il controllo, ma ogni scelta ci conduce dove il sangue ha già deciso di portarci. Tu non volevi uccidere. Eppure eccoti, con le mani sporche e il cuore svuotato. Il risultato non cambia, perché le intenzioni non contano. Conta solo il lascito.

Quando la toccavi – si, quella donna che ora giace a pezzi in quel sacco – eri tu a spogliarla. E lei faceva lo stesso con te. Ma dimmi… vi siete mai aiutati a rivestirvi? Vi siete mai curati l’un l’altra dopo l’appagamento?

No. Nessuno lo fa. Nessuno lo farà mai. È l’illusione più grande della carne: l’altruismo è solo un altro volto dell’egoismo. Agiamo per fame. Per dominio. Per sopravvivenza. E ogni gesto gentile non è che una trappola ben confezionata. L’umanità è marcia sotto la pelle, e noi — noi abbiamo solo smesso di mentire al riguardo. Scava. Scava la tua fossa e preparati a morire come sei vissuto: solo. Non temere, forse ti seppellirò. O forse lascerò che i lupi ti trovino. E in quel caso, almeno sarai utile a qualcosa.

Il Mostro dell’Est

 


Dal diario di Riot, Umano

” (…) Avevo freddo. Lo percepivo nettamente, ma stranamente non mi turbava. Non sentivo brividi frementi sulla pelle, non tremavo. Eppure quell`alito algido mi respirava sul viso, come un sospiro profondo e dolcemente impetuoso, vibrante di un leggero lamento. Spalancai piano gli occhi, ed il mio sguardo si riempì della pece del nulla, di un infinito privo di contorni e forme. La testa mi faceva un male cane, ed ondeggiavo nell`inchiostro di un torbido oblio con una sola ed unica inquietante certezza: avevo perso coscienza di me stesso. I miei sensi assaporavano una stasi perfetta ed io andavo semplicemente alla deriva, in balia di una corrente a cui non potevo, non volevo oppormi. La mia mente era arida, svuotata di ogni ricordo. Fu la desolazione tutto intorno a me a corrompermi dentro, la puzza di vomito e di sangue raggrumato sulle mie vesti lerce a straziarmi e a riscuotermi con brutale violenza. Spalancai le labbra per urlare ma non avevo fiato, ed invece di un grido d`aiuto fuoriuscì altro vomito; e poi finalmente sentii i loro gemiti, le loro suppliche, quel coro petulante di schiavi, che ruppe d`improvviso gli argini della mia mente. La mia voce si unì a quello straziante concerto. Ero in gabbia. Ero uno di loro. (…) “

” (…) Sono un uomo che cammina sulla linea di confine tra la vita e la morte, che è stato svuotato di tutte le sue lacrime ed i suoi sogni. Le notti di neve ed il passato non hanno più alcun significato. Ma ricordo che mi piaceva aspettare quella neve, percepire il suo delicato gelo sul volto e tra le dita, sentirlo annidarsi sul mio petto ed ancora più dentro, nel mio cuore. Lo facevo per provare a capire cosa accade quando si muore. (…) “

Simposio della morte – Il pasto della bestia
Sic Est. Sic Sit.